giovedì, 10 Luglio, 2025
Esteri

La Tregua in Iran e l’eredità di JD Vance

Il Presidente Trump, ha autorizzato il bombardamento su l’Iran spinto da una componente congressuale (un mix di DEM, Neocon e anche alcuni dei suoi) e da una parte dei militari. Le informazioni ricevute dal Mossad circa l’arricchimento di uranio a fini militari, sono state ritenute affidabili, anche se in contrasto con le info degli stessi servizi americani.
Il pressing è stato tale che alla fine il Presidente della pace ha ceduto, nonostante l’azione fosse supportata a livello di Mainstream solo da Fox News.
Tradotto, solo il 25% dei suoi elettori erano a favore di un intervento, ma la posta in gioco era il ruolo di Israele nell’ area.

Bombe o diplomazia?

Un ruolo che è vitale nell’ assetto strategico degli USA in questo scacchiere. Il Presidente ha dichiarato di aver riportato il programma nucleare iraniano a tre anni fa. La dichiarazione ha suscitato reazioni dubbiose. Senza indugiare in tecnicismi sulle capacità di penetrazione delle Bunker Buster (le bombe speciali usate durante l’attacco) o sull’arsenale assai limitato (ne sono state usate 14 su un totale di 20 in dotazione), la vicenda ha un carattere militare secondario e va letta con le lenti della politica.
Il piano prevedeva una triplice dichiarazione di vittoria, cosa che è puntualmente avvenuta.

Trump e la soluzione pacifica

Questa operazione è per l’appunto la scommessa politica che ha giocato Trump per una soluzione pacifica del conflitto. Da quello che risulta, tuttavia Israele non vorrebbe fermarsi, ma non può continuare da sola anche perché se è vero che ha il dominio dell’aria è anche vero che ormai è vulnerabile ai missili balistici iraniani. Quindi per continuare ha bisogno del supporto americano. L’Iran dal canto suo, forte di un supporto cinese, pakistano e forse anche russo, potrebbe essere anche esso rifornito e aiutato a ripristinare le sue capacità convenzionali. Il dato va oltre la supposizione. Secondo fonti Israeliane trasferite ai militari americani, pakistani e cinesi già stavano ricostituendo le capacità di difesa aerea iraniane e quindi la finestra di tempo per un bombardamento era assai breve.
In ogni caso, le ragioni sopra esposte rendono la scommessa di Trump, abbastanza credibile.

Nucleare, il programma Iran Russia

Tregua si, ma le tensioni non cesseranno, perché le ragioni dello scontro sono nella competizione Regionale e non hanno avuto soluzione.
Per tornare all’ attualità, l’Iran minaccia di uscire dal programma di controllo nucleare (JCPOA) perché ritiene la IAEA connivente con Israele e che abbia fornito lei le informazioni sugli scienziati da colpire. Vero o falso, questo potrebbe essere un grosso problema che forse solo la Russia potrebbe sciogliere, essendo il programma nucleare iraniano figlio del programma russo.

Il ruolo di JD Vance

Insomma siamo di fronte ad una tregua, ma non ad una soluzione definitiva. Tralasciando le ipotesi di scenario, l’ uomo che ha percepito davvero il pericolo di impegnare gli Stati Uniti in una guerra per procura contro un Iran supportato da Russia, Cina e Pakistan è JD Vance. Secondo fonti non ufficiali, ma vicine a Washington, sarebbe lui, anche su mandato dello stesso Trump, ad adoperarsi in silenzio per cercare di disinnescare le forze interne agli USA che vorrebbero seguire Israele in una possibile guerra infinita, anche perché se i cieli sono degli “alleati”, il territorio è saldamente in mano agli Iraniani. Non lo fa per amore di quel popolo, lo fa perché sa di essere il prossimo candidato alla presidenza e non vuole assolutamente ereditare una situazione di conflitto aperto potenzialmente perpetuo.

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