“La nostra proposta è assolutamente in sintonia con il programma del Centrodestra. Vogliamo aprire un dibattito, ma a livello parlamentare. Qui non c’entra nulla il governo: ne parliamo, ne discutiamo. Nella scorsa legislatura anche Fratelli d’Italia era favorevole a questa posizione”. Con queste parole Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha rilanciato l’idea di riformare le norme sulla cittadinanza, nota come ‘Ius Italicum’. Tajani ha sottolineato che si tratta di un’iniziativa condivisa nel Centrodestra e pensata esclusivamente per il Parlamento: “Non stiamo presentando un disegno di legge di iniziativa governativa, ma proponendo una discussione aperta tra i gruppi. Non è materia da decreto, bensì da confronto democratico”. La mossa di Forza Italia ha però smosso le acque all’interno della coalizione di maggioranza, dove la Lega si è fatta sentire con toni decisi. Stefano Candiani, Vicepresidente della Commissione Finanze e Deputato della Lega, ha bollato l’iniziativa come un’“assurdità”, ricordando che “gli italiani si sono già espressi negativamente con il referendum sullo ius soli”. Per Candiani “le priorità adesso sono altre. Tajani se ne faccia una ragione”.
Sulla stessa linea il Senatore Claudio Borghi Aquilini, che ha parlato di “netto rifiuto alla cittadinanza concessa con leggerezza” e di un tema “superato e di nessuna priorità per il Paese”. “Se il ministro Tajani vuole, se ne riparlerà (forse) fra dieci anni. Con noi non esistono scorciatoie per diventare italiani”.
Al tavolo delle trattative
Diversa la posizione di Azione. Il Vicesegretario Ettore Rosato ha confermato la disponibilità a sedersi al tavolo di lavoro, con l’obiettivo di allargare il confronto anche alle opposizioni più dialoganti: “Non intendiamo dividere la maggioranza, ma convincere tutti a fare un passo avanti. Purtroppo finora questa coalizione non ha dimostrato la volontà di aprire un dialogo costruttivo”.