Taranto –Il fiume Tara, scorrendo placido nella Gravina di Leucaspide, a pochi chilometri dalla città di Taranto, rappresenta una delle perle naturali più suggestive della provincia ionica. Piccolo corso d’acqua carsico dalle acque limpide e fresche, il Tara custodisce non solo un patrimonio ambientale di grande valore, ma anche una storia intrisa di mito e leggenda che ne arricchisce il fascino.
Una storia di tradizione e spiritualità
Secondo la leggenda, circa 2000 anni prima della nascita di Cristo, Taras sarebbe giunto con una flotta sulle rive di questo corso d’acqua, che da lui stesso avrebbe preso il nome. Nel I secolo a.C. il fiume Tara fu teatro di un episodio storico di grande rilievo: la riconciliazione tra Ottaviano e Antonio, favorita da Ottavia, sorella del primo e moglie del secondo, suggella un momento di pace fondamentale nell’epoca romana.
Nel Medioevo, il fiume divenne risorsa preziosa per le comunità monastiche: i monaci benedettini e, successivamente, gli olivetani del vicino Monastero di Santa Maria della Giustizia sfruttarono le sue acque per l’agricoltura e le attività quotidiane. Nel 1594, infine, il territorio attorno al Tara fu scenario della celebre battaglia tra cristiani e turchi; la popolazione di Massafra riuscì a respingere con successo l’invasione saracena, difendendo con coraggio l’agro ionico.
Secondo la tradizione locale, il fiume Tara prende il nome da Taras, il leggendario fondatore della città di Taranto, figlio di Poseidone e di una ninfa del luogo. La leggenda narra che Taras approda con la sua flotta proprio sulle sponde di questo corso d’acqua, dando vita a una nuova civiltà. Nei secoli, il Tara ha alimentato storie e racconti, diventando un simbolo di continuità tra passato e presente, natura e cultura.
Un ecosistema unico
Il fiume Tara scorre in un ambiente tipicamente carsico, con sorgenti che sgorgano dalle Murge e danno vita a un habitat caratterizzato da una vegetazione ricca e particolare. Tra le specie che caratterizzano la flora del fiume, spiccano il salice bianco, il pioppo nero e diverse varietà di ontani e canneti che punteggiano le rive. Questa vegetazione riveste un ruolo cruciale nella stabilizzazione degli argini e nel mantenimento della qualità delle acque, fornendo rifugio e nutrimento a numerose specie animali. Tuttavia, la bellezza e la ricchezza naturale di questo corso d’acqua sono oggi minacciate non solo dalla natura, ma soprattutto dall’inciviltà di chi lo frequenta senza alcun rispetto per l’ambiente. L’utenza locale e turistica continua infatti a deturpare le rive con rifiuti, scarichi non controllati e comportamenti irresponsabili, causando un progressivo inquinamento della zona.
Il Comune di Taranto
Nonostante le evidenti necessità di tutela, il Comune di Taranto non ha mai adottato alcuna ordinanza specifica per disciplinare il divieto di balneazione nel fiume Tara, né tantomeno ha attuato misure concrete per contrastare l’inquinamento e salvaguardare l’ecosistema. Questo, nonostante il Decreto Legislativo 152/2006 (“Norme in materia ambientale”), che stabilisce criteri rigorosi per la tutela della qualità delle acque interne e prevede l’adozione di provvedimenti volti a garantire la sicurezza dei cittadini e la protezione degli ambienti acquatici. Secondo ARPA Puglia, l’indice LIMeco (Indice di Qualità Ecologica delle Macroinvertebrati), è passato da 0,44, nel 2012 a 0,53, nel 2020, indicando un miglioramento biologico delle acque e il salto verso una classe di qualità superiore.
Tuttavia, nonostante questo dato positivo, la mancata applicazione delle disposizioni previste dal D.Lgs. 152/2006 e la carenza di interventi e controlli da parte del Comune mantengono il fiume esposto a rischi di inquinamento e degrado. L’assenza di vigilanza costante lascia il Tara vulnerabile a comportamenti incauti da parte degli utenti, che compromettono la tutela di un patrimonio ambientale e culturale di inestimabile valore.
Un appello alla responsabilità
Solo attraverso una maggiore attenzione collettiva e un senso di responsabilità condivisa sarà possibile garantire che il fiume Tara rimanga un luogo sicuro, ma anche un’oasi di natura incontaminata, preziosa e unica nel suo genere. Educare alla tutela ambientale e rispettare le normative vigenti sono passi imprescindibili per mantenere intatta la bellezza e la vitalità di questo corso d’acqua che tanto racconta della storia e della cultura del territorio jonico. Il Tara è molto più di un semplice corso d’acqua: rappresenta un vero e proprio patrimonio ambientale, storico e culturale da proteggere con cura. È un legame vivo che unisce passato e presente, natura e civiltà, e custodisce la memoria di tradizioni millenarie. Difenderlo significa non solo rispettare il passato e salvaguardare il presente, ma soprattutto garantire un futuro di bellezza, equilibrio e sostenibilità per le generazioni che verranno.