Dopo una maratona parlamentare durata oltre 24 ore, il Senato degli Stati Uniti ha approvato con un voto sul filo del rasoio il cosiddetto “One Big Beautiful Bill”, il maxi-disegno di legge di bilancio fortemente voluto dal presidente Donald Trump. Il testo è passato con 51 voti favorevoli e 50 contrari, grazie al voto decisivo del vicepresidente JD Vance, che ha rotto l’impasse dopo che tre senatori repubblicani si erano schierati con i democratici. Il provvedimento, che ora passa alla Camera dei Rappresentanti, prevede tagli fiscali per 4.500 miliardi di dollari e riduzioni della spesa pubblica per 1.200 miliardi, configurandosi come uno dei più ambiziosi interventi di politica economica degli ultimi decenni. Tra le misure più discusse: l’abolizione delle tasse su mance, straordinari e previdenza sociale, finanziamenti per la sicurezza dei confini e una riforma del welfare definita “generazionale”. Trump ha celebrato la vittoria definendo il testo “la legge più grande mai approvata”, sottolineando che “mantiene le promesse fatte agli americani”. Il leader della maggioranza al Senato, John Thune, ha difeso il pacchetto come “un colpo diretto a favore delle famiglie lavoratrici”, mentre l’opposizione ha denunciato l’aumento del deficit e l’impatto sui programmi sociali. Decisivo, come detto, il ruolo del vicepresidente JD Vance, che ha presieduto la seduta e ha espresso il voto finale dopo che Susan Collins, Thom Tillis e Rand Paul avevano votato contro, rompendo la compattezza repubblicana. Il testo dovrà ora superare l’esame della Camera, dove i numeri sono più incerti. Ma per Trump, già in piena campagna elettorale, si tratta di un successo simbolico e politico: un messaggio forte al Congresso e agli elettori.