Due eventi eccezionali in Italia a Venezia e in Ungheria, a Budapest che in questi giorni hanno avuto visibilità particolare a livello mondiale. Due modelli di sfoggio dei sentimenti più forti e attraenti della coppia nel manifestare il loro amore, sotto la lente d’ingrandimento dei riflettori dei mezzi di comunicazione e della opinione pubblica a schierarsi da una parte o dall’altra e viceversa. Per entrambe le manifestazioni sono scattati, a torto o a ragione, i doverosi meccanismi necessari a garanzia della sicurezza per l’esternazione della libertà e a tutela dei diritti di democrazia, anche quando vi sono visibili eccessi.
Se è vero che l’esercizio della libertà è sinonimo di democrazia non parimenti democrazia può corrispondere a godimenti e pretese di libertà. I consociati, proprio per una convivenza pacifica, rispettosa e decorosa, hanno sentito il bisogno di regolamentare i rapporti interni ed esterni per una civile convivenza, prevedendo sanzioni a carico dei trasgressori.
La nostra Carta Costituzionale assicura, garantisce e protegge i fondamentali principali di democrazia e libertà suggellati proprio nel primo articolo, dichiarando che: “L’Italia è una Repubblica democratica…”; nel successivo articolo 2 afferma che: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità…” e nell’immediato articolo 3 dichiara che: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Venezia, tre giorni assediata
Ospiti d’eccezione sono il magnate Jeff Bezos, noto come il fondatore di Amazon e Lauren Sanchez per ricelebrare il loro simbolico matrimonio, quindi in un certo senso in luna di miele, avendo già celebrato il loro matrimonio legale negli Stati Uniti.
Venezia si trova immersa non più solamente nell’acqua ma anche in una tre giorni di festeggiamenti, dal 26 al 28 giugno, di cui l’ultimo nell’Arsenale, con una notte all’insegna della musica per 200 ospiti speciali, nella suggestiva cornice tra storia navale e fascino industriale, tra cui vip internazionali e personalità del mondo della finanza e dello spettacolo. Giovedì 26 un evento alla Madonna dell’Orto e venerdì 27 giugno il simbolico “sì” nell’isola di San Giorgio.
Venezia non è nuova a questi eventi mondani ed impattanti quale la Mostra internazionale d’Arte cinematografica, il G7 Giustizia e il Festival delle Regioni.
In tali circostanze sono state d’obbligo predisposizioni di specifiche misure di sicurezza con lo spiegamento di tutte le forze di polizia anche in barca e a piedi, persino in tenuta antisommossa, e impiego di sommozzatori. Per l’intera durata di ogni evento disagi enormi per i residenti e anche per i normali turisti che si sono visti limitare i loro percorsi, benché accalcati e sempre più numerosi per la curiosità e lo stupore verso la coppia.
Ben tre giorni di assedio completo per garantire il più possibile la privacy agli ospiti d’eccezione Bezos e coniuge, mentre per Venezia una ulteriore esperienza divisibilità internazionale nel lusso sfrenato attorno a Bezos, uno degli uomini più influenti e ricchi del Pianeta.
Non potevano mancare manifestazioni di “no Bezos”, attivisti italiani dei centri sociali e sembra anche qualche rappresentanza straniera in Piazza San Marco, alcuni anche identificati
Bezos e Sanchez donano 3 milioni alla città, più esattamente a tre enti Veneziani impegnati nella salvaguardia della laguna. Un gesto da far parlare alla coscienza del mondo per salvaguardare Venezia, la laguna e l’ecosistema minacciato dai cambiamenti climatici, anche per la sua fragilità evidente. Ne è un motivo il Mose per contenere i danni dell’acqua alta.
I soldi sarebbero destinati al Corila (Consorzio per la Ricerca Lagunare), alla Venise International University e all’Ufficio Unesco di Venezia. Già l’invito di nozze alle predette organizzazione è stato abbastanza chiaro, accompagnato da una richiesta precisa: “Per favore niente regali” “Abbiamo deciso di fare donazioni in vostro onore e con gratitudine per aver intrapreso il viaggio per festeggiare con noi a Venezia”.
Tale impegno filantropico dimostra la sensibilità ai problemi ambientali.
Al no degli attivisti si contrappone il ritorno di immagine in termini economici e di visibilità ulteriore per “flussi turistici qualificati”, così il commento della Ministra del Turismo On. Daniela Santanchè.
A Budapest il gay pride il grande evento annuale LGBTQIA+

Un evento che la Città di Budapest ospita ormai annualmente sin dal 1997 con migliaia di partecipanti che intendono affermare tale status, alla luce del sole, imponendo che altri ne prendano atto e si rispetti l’identità. Una più che visibile sollecitazione rivolta ai singoli governanti degli Stati inadempienti affinché riconoscano a livello giuridico il loro rapporto di coppia.
Budapest ha subito affermato che la manifestazione è illegale e che ne conseguono sanzioni per chi trasgredisce. La polizia ha, infatti, usato al momento la maniera morbida dell’osservare e del fotografare. In Europa tale manifestazione non è sfuggita neanche alla politica come dimostrano col loro sostegno e visibilità alcuni parlamentari.
In gioco vi sono elementari diritti di libertà che restringerebbero il tasso di democrazia sotto l’aspetto dei sentimenti, benché una cosa sono i sentimenti che due persone dello stesso sesso si vogliono esprimere e altro aspetto è l’ostentata manifestazione pubblica di tali sentimenti, rasentando, a volte, la violazione della pubblica decenza e l’oltraggio al pudore.
Quello che interessa evidenziare, comunque, è che la città di Budapest e quella di Venezia sono rimaste blindate, ovvero completamene assediate da due eventi molto simili per materia, cioè per esibire, ostentatamente, i sentimenti dell’Amore, con un potere contrattuale infinitamente diverso.
Permangono, comunque, aspetti molto complicati e complessi di ordine politico, economico, sociale, etico e anche sul versante delle spese per la sicurezza pubblica.