Tra canti, preghiere e migliaia di fedeli in festa, il Dalai Lama Tenzin Gyatso ha celebrato il suo 90° compleanno il 6 luglio, nella cittadina indiana che da decenni ospita il governo tibetano in esilio. Ma oltre alla torta di orzo e burro e agli omaggi spirituali, il leader buddista ha lanciato un messaggio destinato a segnare il futuro del Tibet: l’istituzione del Dalai Lama potrebbe continuare anche dopo la sua morte, se ci sarà una forte richiesta popolare. “Per quanto riguarda l’istituzione del Dalai Lama, ci sarà una cornice entro cui potremo parlare della sua continuazione”, ha dichiarato durante una cerimonia al Tempio Tsuglagkhang, davanti a oltre 7.000 persone. È la dichiarazione più chiara finora sulla possibilità di una 15ª reincarnazione, in un momento in cui la Cina rivendica il diritto esclusivo di nominare il successore. Il Dalai Lama, che nel 1959 fuggì dal Tibet dopo la repressione cinese, ha ribadito che la sua reincarnazione non nascerà in Cina, ma in un Paese libero. Una mossa che potrebbe portare a una doppia investitura: una figura riconosciuta dalla comunità tibetana in esilio e una imposta da Pechino. Nel frattempo, le celebrazioni si sono svolte anche in Europa e negli Stati Uniti. A Pomaia, in Toscana, l’Istituto Lama Tzong Khapa ha organizzato due giornate di eventi, tra cui mostre, letture e danze tradizionali tibetane. Il 14° Dalai Lama, Premio Nobel per la Pace nel 1989, ha rinunciato al potere politico nel 2011, affidandolo a un governo democraticamente eletto. Ma resta il simbolo vivente della lotta non violenta per l’identità culturale tibetana. “Nel tempo che mi rimane, continuerò a dedicarmi al benessere degli altri”, ha detto sorridendo. E mentre il mondo lo celebra, il Tibet attende di sapere se la sua guida spirituale avrà un futuro… o una reincarnazione.
