L’Italia sembra aver cambiato passo. A dimostrarlo sono i dati del Rapporto Istat 2024 sulla pratica sportiva: nel corso dell’ultimo anno oltre 21,5 milioni di italiani di età pari o superiore a 3 anni, pari al 37,5% della popolazione, hanno praticato uno o più sport nel tempo libero, mentre la quota di sedentari – cioè chi non svolge né sport né attività fisica – è scesa al 32,8%. Il fenomeno è parte di un trend consolidato: la pratica sportiva, che nel 1995 coinvolgeva il 26,6% della popolazione, è salita al 37,5% nel 2024. Il motore di questa crescita è soprattutto la pratica continuativa, passata dal 17,8% al 28,7% in trent’anni, mentre la pratica saltuario-occasionale si è mantenuta stabile intorno al 9%
Sei persone su dieci non praticano sport, ma quasi la metà di queste (29,7% del totale) compensa con attività fisica non sportiva – passeggiate, bicicletta o esercizi in casa – riducendo così la vera sedentarietà
Il concetto di ‘movimento’
Il risultato è un Paese in cui cresce il concetto di ‘movimento’ a prescindere dal contesto organizzato. Il Rapporto evidenzia un cambiamento particolarmente significativo nella Terza età. Tra i 65 e i 74 anni la quota di sportivi è salita dal 5,3% del 1995 al 23,3% nel 2024, mentre tra gli ultra-75enni il valore è passato dall’1,4% all’8,1%
La dimensione demografica conferma che l’invecchiamento non frena la voglia di tenersi in forma.
La frequenza
Quanto alla frequenza, quasi la metà degli sportivi (48,8%) si allena una o due volte a settimana; oltre un terzo (37,1%) lo fa tre o più volte, e un piccolo segmento (13%) meno di una volta alla settimana. Preferenze di genere emergono nella frequenza: il 40,3% degli uomini pratica sport tre o più volte a settimana, contro il 32,8% delle donne.
Si rafforza inoltre la pratica in autonomia: il 37,7% degli sportivi svolge attività in spazi all’aperto non attrezzati – parchi, strade, ville – e il 27,2% fuori città (mare, montagna, boschi)
. Parallelamente, cresce l’utilizzo di applicazioni e piattaforme online: il 18,7% degli sportivi si avvale di fitness app, social network o siti specializzati, con punte del 29,1% tra i 25 e i 44 anni
Le motivazioni
Le motivazioni che spingono gli italiani a muoversi restano in testa il benessere fisico (61,5%) e la passione o il piacere (49,8%), seguiti da svago (42,6%) e riduzione dello stress (27,5%). Cambia però il ‘perché’ in funzione dell’età: i giovanissimi privilegiano l’aspetto ludico e socializzante, gli adulti il mantenimento della forma e lo scarico delle tensioni, gli anziani la valenza terapeutica.
Lo ‘zoccolo duro’ degli inattivi – quello dei veri sedentari – si restringe, ma resta faticoso raggiungere la piena copertura: per continuare il percorso sarà indispensabile rafforzare infrastrutture accessibili, programmi di promozione dell’attività fisica e politiche di welfare attive per tutte le età, affinché il “diritto al movimento” diventi parte integrante dello stile di vita degli italiani.