sabato, 28 Giugno, 2025
Esteri

Usa: 30 miliardi all’Iran per riaprire il dialogo. Teheran: incontri non in programma

Teheran propone la creazione di un consorzio regionale per il nucleare. Gaza, spari su un mercato, 18 morti. L’allarme di Save the Children e Medici senza frontiere

La fragile tregua tra Iran e Israele sembra già in bilico, mentre emergono indiscrezioni sulla proposta americana di rilanciare i negoziati sul nucleare iraniano con un piano da 30 miliardi di dollari. Secondo la CNN, l’amministrazione Trump avrebbe suggerito un pacchetto di incentivi finanziati dai partner arabi del Golfo per promuovere un programma nucleare iraniano civile, che escluda l’arricchimento dell’uranio. Ma da Teheran giungono segnali contrastanti. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, in un’intervista alla tv di Stato, ha dichiarato che “non ci sono incontri in programma”, aggiungendo che i recenti attacchi statunitensi contro tre impianti nucleari in Iran hanno “gravemente danneggiato” le strutture e reso ancora più difficile una ripresa dei colloqui. “Non abbiamo fissato alcuna data, né preso alcun impegno”, ha detto Araghchi, lasciando però aperta una finestra sul futuro: “Valuteremo se i negoziati siano ancora nel nostro interesse”. Dall’altra parte, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato di “una grande vittoria” che apre “una finestra storica” per espandere gli accordi di pace nella regione. Secondo l’IDF, l’operazione “Leone Nascente” ha colpito oltre 900 obiettivi in Iran, distruggendo infrastrutture missilistiche e uccidendo 11 scienziati nucleari e 30 alti funzionari della sicurezza. Tra questi, tre comandanti di alto rango. Obiettivo dichiarato: neutralizzare la capacità offensiva di Teheran. Sul piano diplomatico, l’Iran propone un’alternativa: la creazione di un consorzio regionale per il nucleare operante sul proprio territorio, con la collaborazione di Paesi limitrofi. L’ambasciatore iraniano all’ONU, Amir Saeid Iravani, ha sottolineato che un’intesa del genere dovrebbe però affiancare, e non sostituire, il programma nucleare nazionale.

Gaza, attacco a un mercato, 18 morti

Intanto, nella Striscia di Gaza la situazione resta drammatica. Almeno 18 palestinesi sono morti ieri in un attacco di droni israeliani contro un’unità di polizia di Hamas nel mercato di Deir al-Balah, nel centro della Striscia. I poliziotti, in abiti civili, erano accusati di speculazione e di vendere beni rubati dagli aiuti umanitari. Le immagini del massacro, con corpi a terra e urla disperate, hanno fatto il giro del mondo. Non è chiaro se tra le vittime vi siano anche civili. Dure le reazioni internazionali. Ma proprio il sistema di distribuzione degli aiuti è al centro di polemiche crescenti. Secondo Save the Children, più della metà degli attacchi mortali nelle ultime quattro settimane ha coinvolto bambini nei pressi dei punti di distribuzione alimentare gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF). In molti casi, i bambini vengono mandati a ritirare il cibo in assenza di adulti, finendo bersagli dei proiettili. La denuncia più dura arriva da Medici Senza Frontiere: la Ghf è definita “un massacro mascherato da aiuto umanitario”. L’organizzazione chiede lo smantellamento immediato del sistema, accusando Israele e i suoi alleati di aver creato un meccanismo che “umilia intenzionalmente i palestinesi”, costringendoli a “scegliere tra fame e morte“. I quattro centri di distribuzione, spiegano i medici di MSF, sono completamente recintati, accessibili da un solo varco, sorvegliati da postazioni militari e circondati da filo spinato. Chi si avvicina troppo presto viene colpito. Chi arriva in ritardo entra in una “zona evacuata” e viene colpito. Dal 27 maggio oltre 500 palestinesi sono stati uccisi e almeno 3.000 feriti durante l’accesso agli aiuti.

Europa tra Iran e Gaza

Parigi e Berlino lanciano un monito. Il presidente francese Emmanuel Macron ha avvertito che lo “scenario peggiore” sarebbe il ritiro dell’Iran dal Trattato di Non Proliferazione. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha aggiunto: “Siamo pronti a riaprire il negoziato, ma serve un cessate il fuoco permanente. Altrimenti scatteranno nuove sanzioni”. Anche Madrid si smarca da un approccio bellico. Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha ribadito che “l’Iran non deve avere armi nucleari”, ma ha avvertito che “l’intervento militare non porta alla pace”. La Russia, dal canto suo, ha confermato che continuerà a cooperare con Teheran “nel settore nucleare pacifico” e ha condannato “gli attacchi brutali di Stati Uniti e Israele” come violazioni del diritto internazionale. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha definito “legittima” la cooperazione energetica bilaterale e ha criticato l’Aiea per la sua “posizione inarticolata“, aggiungendo che “il buon nome dell’Agenzia è stato gravemente danneggiato”. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato di una “situazione abominevole”, sottolineando che “gli aiuti devono arrivare senza ostacoli, rapidamente e su larga scala”. Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo, ha chiesto a Israele di “sbloccare immediatamente l’accesso agli aiuti, fermare gli insediamenti illegali e accettare il cessate il fuoco”. “Israele è un amico – ha detto – ma con gli amici bisogna essere franchi”.

Libano nel mirino: nuovi raid contro Hezbollah

Anche il sud del Libano è stato colpito ieri da intensi raid israeliani. Un attacco aereo ha preso di mira infrastrutture sotterranee di Hezbollah sulle montagne che sovrastano la città di Nabatieh, uccidendo una donna e ferendo 11 persone. L’Idf ha dichiarato di aver neutralizzato un centro operativo e di aver impedito a Hezbollah di ripristinarne le funzioni. Il governo libanese ha condannato gli attacchi, denunciando una violazione del cessate il fuoco. Ma da Tel Aviv fanno sapere che l’operazione è stata una risposta preventiva a minacce concrete.

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