
Nel cuore di Massafra, in via Vittorio Veneto, sorgeva un tempo l’Ospedale Matteo Pagliari, una delle istituzioni più emblematiche della città. Non si trattava solo di un presidio sanitario, ma di uno straordinario gesto di amore per la propria terra. La sua origine affonda le radici nella storia di un uomo dal carattere fermo e dalla fede incrollabile: Matteo Pagliari, giurista, patriota e benefattore massafrese.
Un’eredità dettata dal cuore
Nel 1883, Matteo Pagliari lasciò questo mondo dopo una vita segnata da tensioni politiche e da un lungo esilio da Massafra, sua città natale. Cattolico integerrimo e fedele alla monarchia borbonica, Pagliari fu costretto a lasciare Massafra nel 1860, vittima di un clima politico ostile e settario. Tuttavia, nel suo testamento – datato 28 luglio 1873 – compì un gesto nobile: lasciò tutto il suo ingente patrimonio immobiliare e fondiario al Comune di Massafra per la fondazione di un ospedale per i poveri e di una scuola gratuita per l’educazione delle fanciulle.
Questa fu la sua personale “vendetta”: rispondere all’odio ricevuto con un atto di suprema carità.
Le origini: tra ostacoli e tumulti
L’eredità del Pagliari non fu priva di ostacoli. Dopo la sua morte, scoppiarono polemiche, ritardi e persino violente proteste popolari, culminate nell’assalto al Municipio e nell’incendio del 27 luglio 1884. I cittadini, ignari delle complesse vicende burocratiche, accusavano l’amministrazione di negligenza nell’esecuzione delle volontà testamentarie. Malgrado tutto, due anni dopo la sua morte, il 29 giugno 1885, si riuscì finalmente a inaugurare la Scuola femminile voluta da Pagliari. L’ospedale, invece, fu inizialmente allestito nel Convento dei Cappuccini, per poi trovare sede definitiva in via Vittorio Veneto.
Una struttura al servizio dei più deboli
Nel corso del XX secolo, l’Ospedale Pagliari divenne un punto di riferimento sanitario per Massafra; offriva ricoveri, pronto soccorso e servizi specialistici di base. La sua posizione centrale e la sua funzione sociale lo resero parte integrante della vita cittadina.
Tuttavia, col passare dell’età, la struttura iniziò a mostrare i segni del tempo: limitata negli spazi, obsoleta nelle attrezzature, incapace di sostenere le moderne esigenze sanitarie.
Il declino e la chiusura
Negli anni ’60, l’Ospedale Pagliari iniziò a mostrare i limiti strutturali di un edificio ormai inadatto a sostenere le moderne esigenze sanitarie. Gli spazi ridotti, le attrezzature obsolete e l’impossibilità di ampliamento spinsero l’amministrazione a progettare una nuova struttura ospedaliera.
Così, nel 1971 entrò ufficialmente in funzione il nuovo Ospedale in viale Magna Grecia, che da allora ha raccolto l’eredità assistenziale del Pagliari, offrendo reparti più attrezzati e maggiori possibilità di cura.
Con il trasferimento graduale dei reparti, il vecchio ospedale venne dismesso e, sebbene alcuni locali siano stati saltuariamente riutilizzati per fini amministrativi o sanitari secondari, l’edificio di via Vittorio Veneto è rimasto perlopiù abbandonato. Tuttavia, la struttura conserva ancora l’epigrafe commemorativa che recita:
«Ricordino sempre i posteri e benedicano i poveri di questo Comune il nome venerando di Matteo Pagliari che morendo il 29 giugno 1883 e cristianamente obliando le patite offese a Massafra da cui per le turbinose vicende del 1860 aveva dovuto esulare volle trasmessi tutti i suoi beni perché sorgesse questo pio istituto suprema affermazione d’animo generoso e d’umana pietà»
Un monito silenzioso, inciso nella pietra e nella memoria della comunità, a non dimenticare le radici civiche e morali di Massafra.
Il ruolo delle Figlie della Carità
Determinante nella storia dell’ospedale fu l’opera instancabile delle suore Figlie della Carità, che dal 1877 fino al 1969, gestirono scuole, infanzia, e servizi ospedalieri. Educatrici, infermiere, consigliere fidate dei più bisognosi, le suore rappresentarono un punto di riferimento spirituale e sociale. Loro malgrado, furono costrette a lasciare Massafra nel 1969 per decisione dei vertici dell’Ordine, segnando la fine di un’epoca.
Ex Ospedale Matteo Pagliari: tra degrado e rischi sanitari
Oggi l’ex Ospedale Matteo Pagliari, di proprietà della Regione Puglia e dell’IPAB, continua a essere un simbolo silenzioso di un passato carico di storia e valori. Ma allo stesso tempo rappresenta un’occasione mancata: negli ultimi anni, più volte si è parlato di progetti di riqualificazione dell’area, con l’intento di trasformarla in un centro culturale, sociale o sanitario, senza però che alcuna proposta si sia tradotta in un intervento concreto. Nel frattempo, la struttura versa in un preoccupante stato di abbandono. L’edificio, ormai inaccessibile e in parte pericolante, è diventato rifugio per animali randagi, roditori e insetti infestanti. All’interno si segnalano la presenza di rifiuti, materiali deteriorati e la mancanza di ogni tipo di manutenzione, creando un ambiente favorevole alla proliferazione di agenti patogeni. Un rischio reale, soprattutto considerando che il complesso sorge a pochissima distanza da abitazioni civili, frequentate quotidianamente da famiglie, bambini e anziani. La mancata messa in sicurezza dell’area non rappresenta soltanto un problema di decoro urbano, ma una vera e propria minaccia per la salute pubblica. Il rischio di focolai infettivi, la possibile diffusione di malattie trasmesse da insetti e animali, e il degrado strutturale dell’immobile sono elementi che non possono più essere ignorati.
Recuperare il vecchio ospedale Matteo Pagliari non è soltanto un’operazione edilizia: è un atto politico e morale che deve onorare l’eredità di un uomo che scelse la carità come risposta all’ingiustizia. È il momento di far risuonare ancora oggi, nel cuore della comunità, quei valori civici e quella memoria che troppo a lungo sono stati trascurati.