giovedì, 26 Giugno, 2025
Esteri

Incontro tra il presidente Usa e Zelensky. Rubio (Usa): per ora nessuna nuova sanzione alla Russia

Diciannove morti e 300 feriti nei bombardamenti russi su Dnipro

Il secondo giorno del vertice NATO all’Aja ha segnato una svolta storica per l’Alleanza Atlantica: i Paesi membri si sono impegnati ad aumentare la spesa per la difesa fino al 5% del PIL entro il 2035. Un obiettivo che il presidente USA Donald Trump ha definito “monumentale” e che il segretario generale Mark Rutte ha attribuito interamente alla sua leadership: “Senza Trump, questo non sarebbe accaduto”. La dichiarazione finale del summit mette nero su bianco l’impegno collettivo: almeno il 3,5% del PIL sarà destinato alle spese militari essenziali, e fino all’1,5% per la sicurezza interna, infrastrutture critiche e industria bellica. È un salto rispetto all’attuale soglia del 2%, fissata nel 2014, che molti Paesi non avevano ancora raggiunto. Rutte ha ribadito che ora tutti, compresi Canada, Italia e Belgio, si sono impegnati a toccare il 2% già quest’anno. Il nuovo traguardo del 5%, secondo il segretario generale, è giusto non solo per garantire la sicurezza di fronte alle “gravi minacce russe e terroristiche”, ma anche per “riequilibrare i costi” con gli Stati Uniti. “La Nato è compatta e vuole rafforzarsi”, ha detto la premier Giorgia Meloni, assicurando che l’Italia non taglierà fondi ad altre priorità e non userà la clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità per coprire l’aumento delle spese militari.

Incontro Trump-Zelensky

Tra gli incontri più attesi, quello tra Trump e Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ha ricevuto ampie rassicurazioni sul sostegno dell’Alleanza, ma l’assenza di riferimenti alla futura adesione dell’Ucraina alla NATO nella dichiarazione finale è un segnale di cautela. La tensione con la Russia resta altissima. Nonostante l’escalation dei bombardamenti russi su Dnipro — dove ieri si contavano almeno 19 morti, 300 feriti e danni gravi a scuole, ospedali e asili — Washington prende tempo sulle nuove sanzioni. Lo ha chiarito il segretario di Stato Marco Rubio: “Per ora nessuna nuova misura. Se le imponessimo adesso, perderemmo la possibilità di negoziare un cessate il fuoco”. Secondo Rubio, Trump vuole tenere aperti i canali diplomatici. Diversa la posizione italiana. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha promesso nuove sanzioni “mirate a impedire a Putin di continuare a finanziare l’esercito” e ha sottolineato che “l’Italia non è in guerra con la Russia, ma non accetterà che Mosca continui a uccidere impunemente”.

Macron: “Mosca deve rispondere”

Al fianco di Zelensky anche il presidente francese Emmanuel Macron, che ha condannato l’attacco su Dnipro e denunciato l’impunità della Russia. “Non può continuare a bombardare e violare il diritto internazionale senza rispondere delle sue azioni. L’Ucraina ha accettato un cessate il fuoco da tre mesi, ma Mosca lo rifiuta”, ha dichiarato, ribadendo il sostegno della Francia a Kiev. A livello commerciale, l’Unione Europea ha deciso di prolungare fino al 2028 la sospensione dei dazi sulle importazioni ucraine di acciaio e ferro, per sostenere l’economia del Paese. Antonio Costa, presidente del Consiglio Europeo, ha sottolineato che “spendere insieme significa spendere meglio” e ha ribadito che la cooperazione con la NATO è stata fondamentale nella resistenza ucraina.

Da Londra 350 missili a Kiev

Anche il Regno Unito rilancia il suo contributo. Il premier Keir Starmer ha annunciato l’invio di 350 missili antiaerei ASRAAM, adattati per il lancio da terra, pagati con 70 milioni di sterline derivanti dagli interessi maturati sui beni russi congelati. “È giusto che siano i beni della Russia a finanziare la difesa dell’Ucraina”, ha detto Starmer. I missili saranno integrati nei sistemi Raven, anch’essi britannici. Il totale dei lanciatori forniti salirà così a 13. Il progetto di conversione dei missili è durato appena tre mesi, segno della velocità con cui Londra intende rafforzare le capacità difensive di Kiev.

52 droni russi abbattuti

Nel frattempo, la guerra non si ferma. Nella notte tra martedì e mercoledì, l’Aeronautica ucraina ha dichiarato di aver abbattuto 52 dei 71 droni russi lanciati contro diverse regioni, tra cui Odessa, Sumy e Kharkiv. I droni, inclusi i kamikaze Shahed, hanno colpito sei località e causato ulteriori danni infrastrutturali. Dalla parte opposta del conflitto, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, in visita in Turkmenistan, ha ribadito che Mosca “privilegia i metodi diplomatici” per risolvere la crisi. Ma ha anche accusato l’Ucraina di essere responsabile dell’escalation, affermando che “solo dopo aver esaurito le vie pacifiche siamo stati costretti a reagire per difendere i nostri cittadini e la nostra sicurezza”. Infine, tensioni anche sul fronte dell’intelligence: due agenti dei servizi segreti moldavi sono stati arrestati ieri a Mosca. Secondo fonti russe, sarebbero coinvolti in attività di spionaggio. Chişinău, per ora, non commenta ufficialmente.

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