Una nuova notte di terrore ha colpito la capitale ucraina. Ieri un massiccio attacco russo ha provocato almeno otto morti e 30 feriti tra Kiev e Kramatorsk. Nella sola capitale ucraina il bilancio ufficiale parla di sei vittime e 23 feriti, tra cui un bambino e una donna incinta, dopo che droni e missili hanno colpito un edificio residenziale di 25 piani. I soccorritori hanno lavorato per ore tra le macerie: sono stati impiegati 312 operatori e 74 mezzi. L’allarme era stato lanciato all’alba dal capo dell’amministrazione militare Tymur Tkachenko: “Un altro massiccio attacco. Possibili diverse ondate di droni. Restate nei rifugi finché il pericolo persiste!”. I residenti hanno riferito di esplosioni forti e prolungate in diversi quartieri. La Russia ha dichiarato di aver colpito con successo obiettivi militari. Secondo il ministero della Difesa di Mosca, le forze armate hanno utilizzato droni e missili ad alta precisione contro depositi di munizioni, centri di addestramento per operatori di droni e punti di raccolta delle forze ucraine e dei mercenari stranieri in 137 distretti. Il bilancio russo parla di oltre 1.200 soldati ucraini uccisi in un solo giorno – cifre che non trovano conferma indipendente. Nel sud-est del Paese, intanto, due donne sono state arrestate a Zaporizhzhia con l’accusa di spionaggio a favore di Kiev. Lo ha riferito il ministero dell’Interno russo.
Zelensky in Europa
In risposta all’intensificarsi delle operazioni militari, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avviato una nuova serie di incontri diplomatici. Ieri è stato ricevuto a Londra, dove ha incontrato re Carlo III, il primo ministro Keir Starmer e i presidenti delle due Camere del Parlamento britannico. Al centro della visita, la cooperazione nel settore della difesa e il rafforzamento della produzione congiunta di armamenti in Europa. Zelensky ha anche incontrato militari ucraini addestrati nel Regno Unito e rappresentanti di centri di ricerca strategica. Secondo il portavoce Serhii Nykyforov, “la priorità è aumentare la capacità produttiva per garantire l’autosufficienza bellica dell’Ucraina”.
L’UE accelera, ma l’Ungheria frena
Alla vigilia del Consiglio europeo del 26-27 giugno, l’Unione Europea continua a discutere il 18º pacchetto di sanzioni contro la Russia. L’alto rappresentante Kaja Kallas ha annunciato che l’80% dell’obiettivo di fornitura di munizioni all’Ucraina è stato raggiunto, ma ha sollecitato nuovi contributi per rispondere alle richieste crescenti di Kiev. Tuttavia, il veto dell’Ungheria resta un ostacolo. Un alto funzionario UE ha confermato che, realisticamente, le conclusioni su Ucraina e Russia potrebbero essere approvate solo da 26 Paesi, dato che “la posizione dell’Ungheria non è cambiata”. Nel frattempo, l’Italia spinge per una posizione più ferma. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito in Parlamento che “la Russia deve dimostrare di volersi impegnare seriamente in un negoziato”, ma al momento “ciò non appare evidente, come dimostrano gli attacchi sistematici a obiettivi civili”. Meloni ha poi sottolineato l’importanza del nuovo pacchetto di sanzioni, che si concentrerà su petroliere e canali bancari usati per aggirare le misure già in vigore.
NATO: Kiev resta sulla strada dell’adesione
Alla vigilia del vertice della NATO all’Aja, il segretario generale Mark Rutte ha ribadito che il percorso dell’Ucraina verso l’Alleanza Atlantica resta “irreversibile”, come stabilito al vertice di Washington. “Kiev deve poter difendersi oggi e disporre di una capacità di deterrenza domani”, ha affermato Rutte, annunciando che Europa e Canada hanno già promesso oltre 35 miliardi di euro in aiuti militari per il 2025.
Trump e Putin: nessun incontro previsto
Nonostante il coinvolgimento sempre più diretto degli Stati Uniti, il Cremlino ha smentito qualsiasi ipotesi di incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump. “Non ci sono appuntamenti previsti”, ha dichiarato un portavoce del governo russo, respingendo le speculazioni sulla possibilità di un canale diretto tra Mosca e la campagna elettorale statunitense.