Ieri, in occasione della ‘Giornata mondiale del rifugiato’, Sergio Mattarella ha lanciato un appello forte e chiaro, come è solito fare su argomenti che a lui stanno particolarmente a cuore: “Fare di più per chi si trova in condizione di fragilità e bisogno”. Una sollecitazione che è anche un monito etico, giuridico e politico, in un tempo segnato da migrazioni forzate, conflitti in escalation e crescenti diseguaglianze globali. “La condizione dei rifugiati interpella le nostre coscienze”, ha scritto il Presidente della Repubblica su una nota diramata dal Quirinale, “ed è responsabilità morale e giuridica comune affermare l’inviolabilità della dignità di ogni persona”.
Un messaggio che arriva in un momento in cui l’umanità registra il numero più alto di persone costrette a fuggire dalla propria casa nella storia moderna. Secondo l’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, a fine 2024 il mondo contava oltre 120 milioni di persone tra rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni. Una cifra drammatica, spinta da guerre, persecuzioni, instabilità politica e crisi climatiche.
“La cooperazione multilaterale e il dialogo”, ha sottolineato Mattarella nel suo messaggio, “sono l’unica via per affrontare in modo condiviso sfide così complesse”. Il Capo dello Stato ha poi richiamato il ruolo dell’Italia nella protezione delle persone vulnerabili, esortando a rafforzare il sistema internazionale di tutela e accoglienza. “Il dovere di proteggere chi fugge da violenze e persecuzioni non può essere rinviato, né lasciato solo alla buona volontà dei singoli Paesi. È un test decisivo per i nostri valori”, ha concluso.
“Diventare profugo non è mai una scelta”

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha parlato della dimensione forzata della migrazione odierna: “Diventare profugo non è mai una scelta. È una risposta disperata a minacce concrete alla sopravvivenza”. Il capo dell’Onu ha anche denunciato una nuova ondata di violenza, particolarmente feroce verso i minori, nelle zone di guerra: “Assistiamo a livelli di brutalità senza precedenti sui bambini”. Nel Global Trends Report 2024, l’Unhcr fotografa un’Europa attraversata da tensioni, ma ancora centrale nell’accoglienza. Con oltre 20,7 milioni di persone tra rifugiati, richiedenti asilo, sfollati interni e apolidi, il continente resta snodo fondamentale nei flussi migratori globali.
Fattori chiave di questo scenario sono vari, dal protrarsi della guerra in Ucraina alle rotte migratorie dal Nord Africa e Medio Oriente passando dalle politiche migratorie sempre più frammentate all’interno dell’Unione europea. Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i rifugiati, ha parlato di “barlumi di speranza nonostante tagli devastanti ai finanziamenti”, evidenziando il ruolo centrale delle comunità locali e della società civile nei processi di accoglienza e integrazione.
Italia tra accoglienza e pressioni crescenti

Nel 2025 l’Italia ha registrato un aumento significativo degli arrivi via mare. Ad aprile 6.578 persone sono sbarcate sulle coste italiane, +39% rispetto allo stesso mese del 2024. I principali Paesi di origine sono stati Bangladesh (36%), Eritrea (19%) ed Egitto (12%), ma sono presenti anche migranti da Etiopia, Pakistan, Somalia, Siria e Nigeria. Nei primi quattro mesi del 2025, 15.793 persone sono arrivate via mare. Il 25% di loro sono minori, molti non accompagnati. Circa la metà sono state salvate in operazioni di soccorso partite dalla Libia.
Chiara Cardoletti, rappresentante dell’Unhcr per l’Italia, ha evidenziato l’insufficienza delle risorse a fronte della crescente domanda: “Tagliare gli aiuti umanitari significa alimentare instabilità e nuove fughe. Un circolo vizioso che dobbiamo urgentemente interrompere”.
Dall’Ucraina all’Italia
A tre anni dall’inizio della guerra, l’Ucraina continua a vivere una delle crisi umanitarie più gravi d’Europa. A fine 2024 3,7 milioni di sfollati interni, 5,1 milioni di rifugiati registrati in Europa, 204.889 richieste di protezione temporanea presentate in Italia, in maggioranza da donne
L’Unhcr ha offerto oltre 1,66 milioni di interventi in Ucraina, dai rifugi invernali all’assistenza legale e psicologica.
Il 2024 ha registrato oltre 3.500 morti o dispersi nel Mediterraneo e lungo le rotte dell’Africa nord-occidentale. Un dato probabilmente sottostimato, secondo l’Unhcr. La rotta atlantica verso le Canarie ha superato, per volume, quella mediterranea occidentale. Parallelamente, aumentano le denunce di respingimenti violenti e trattamenti disumani alle frontiere dell’Unione Europea, in contrasto con le norme internazionali sui diritti umani.
Corridoi umanitari
Una luce nel buio: l’estensione del protocollo per i corridoi umanitari afghani. Entro luglio 2025, altri 700 rifugiati saranno accolti in Italia, portando a oltre 1.500 i cittadini afghani inseriti grazie alla collaborazione tra Governo, Unhcr, Oim e società civile. Importanti anche le nuove procedure operative per le persone apolidi o a rischio di apolidia, avviate ad aprile 2025 in via sperimentale. Unhcr ha già formato funzionari delle Commissioni territoriali per una corretta applicazione.
L’Italia resta un Paese chiave per l’asilo in Europa, ma solo il 33% dei fondi previsti per il programma Unhcr in Italia è stato finanziato entro aprile 2025. Fondamentali, in questo senso, i contributi del Ministero degli Esteri (8 milioni di euro) e di diversi attori privati e fondazioni.