venerdì, 20 Giugno, 2025
Esteri

La Spagna dice no alla NATO: “Irrealistico l’aumento della spesa militare al 5% del PIL”

Alla vigilia del vertice NATO dell’Aia, previsto dal 24 al 26 giugno, la Spagna si smarca dalla linea dura promossa da Washington e respinge l’obiettivo di portare la spesa militare al 5% del PIL, definendolo “irragionevole e controproducente”. A comunicarlo è stato il premier Pedro Sánchez in una lettera indirizzata al segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, in cui si sottolinea come tale livello di investimento “non sia necessario per adempiere agli impegni collettivi” e risulti “incompatibile con il nostro Stato sociale e la nostra visione del mondo”. Attualmente, la Spagna destina circa l’1,3% del PIL alla difesa, con l’obiettivo di raggiungere il 2% entro fine anno. Ma l’asticella imposta dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e dalle crescenti tensioni geopolitiche ha spinto la NATO a proporre un nuovo target, che Madrid considera insostenibile. Secondo Sánchez, un aumento al 5% comporterebbe tagli ai servizi pubblici, aumenti fiscali per la classe media e una frenata agli investimenti nella transizione verde e nella cooperazione internazionale. “Sacrifici che, in quanto alleato sovrano, la Spagna sceglie di non fare”, ha scritto il premier. La ministra della Difesa Margarita Robles ha ribadito che Madrid è pronta a discutere sulle capacità militari, ma non su percentuali rigide. Intanto, all’interno della coalizione di governo, le pressioni della sinistra – in particolare da Sumar e Izquierda Unida – si fanno sentire, con il rischio di nuove fratture politiche. Il vertice dell’Aia si preannuncia teso: mentre Germania e Polonia hanno già dato il via libera al nuovo obiettivo, la Spagna potrebbe trovarsi isolata. Ma da Madrid arriva un messaggio chiaro: “La sicurezza collettiva non si misura solo in percentuali, ma nella coesione e nella sostenibilità delle scelte”.

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