giovedì, 19 Giugno, 2025
Esteri

Smartphone e giovani, allarme dipendenza: “Boom di ansia e autolesionismo. Serve un patto educativo”

La tecnologia, protagonista indiscussa della contemporaneità, apre scenari straordinari, ma porta con sé anche ombre sempre più inquietanti. A testimoniarlo sono i recenti episodi di cronaca: un quindicenne torinese ricoverato per una crisi di astinenza da smartphone e una bambina romana che, privata del cellulare dalla madre, si è lanciata dalla finestra. Due casi emblematici di un fenomeno in espansione, che mette in luce le ripercussioni drammatiche dell’uso incontrollato della tecnologia sulla salute mentale dei più giovani. Per affrontare quella che sta diventando una vera emergenza educativa e sanitaria, l’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Riduzione del Rischio, presieduto dall’On. Gian Antonio Girelli, ha promosso una conferenza stampa a Roma. Obiettivo: stimolare un patto tra istituzioni, esperti, scuola e famiglie e presentare un Decalogo per la salute digitale dei bambini e ragazzi. “È necessario normare ed educare all’uso degli strumenti che la scienza ci consegna – ha affermato Girelli –. Solo così la tecnologia potrà diventare una risorsa e non un’arma impropria”.
Il Professor Giuseppe Ducci, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Roma 1, ha sottolineato come la cosiddetta “dipendenza da smartphone” sia solo la punta di un iceberg molto più profondo, che tocca la qualità delle relazioni e lo sviluppo affettivo ed educativo. Il fenomeno, spiega Ducci, inizia spesso sin dai primi mesi di vita e sfocia in adolescenza in forme gravi di disregolazione emotiva. “Il nostro centro dedicato ai giovani tra i 14 e i 25 anni ha visto passare i pazienti da 800 a 1.800 in quattro anni. I disturbi più frequenti? Autolesionismo, ansia, ritiro sociale, disturbi alimentari e del comportamento”.

“Connessione non è relazione”

Anche il Presidente della Fimp, Antonio D’Avino, ha ribadito l’importanza dell’azione preventiva. In alcune regioni italiane sono già attivi progetti come il ‘Bilancio di salute digitale’, un software che monitora l’uso di dispositivi tra i più giovani e promuove alternative sane come sport, lettura e attività all’aria aperta. “Dalla connessione alla dipendenza il passo è breve – ha detto –. Il pediatra oggi ha un ruolo chiave anche nella tutela della salute digitale”. La Professoressa Michela Gatta, Direttrice della Neuropsichiatria Infantile di Padova, ha evidenziato come l’uso intensivo dello smartphone incida direttamente sulla plasticità neuronale in età evolutiva. “L’attivazione continua del sistema della ricompensa, mediata dalla dopamina, crea dinamiche simili a quelle delle dipendenze da sostanze. Il risultato? Ansia, depressione, disattenzione, isolamento e perfino nomofobia”.
Durante l’incontro è stato presentato un decalogo rivolto ai genitori con indicazioni pratiche: essere modelli positivi, stabilire regole, vietare l’uso come consolazione, valorizzare i momenti di relazione e adeguare l’uso all’età. Tra le raccomandazioni, quella di non introdurre i social prima dei 12 anni e di condividere attivamente l’esperienza digitale dei figli.

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