Nella serata di ieri, un’ondata di raid russi ha colpito duramente la capitale ucraina, causando almeno 18 vittime tra i civili. Tra loro anche un cittadino statunitense, come confermato dalla portavoce del Dipartimento di Stato USA, Tammy Bruce. Washington ha espresso una “forte condanna” dell’attacco, sottolineando che “la priorità è proteggere gli americani nel mondo, 24 ore su 24”. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, commentando l’accaduto, ha rinnovato l’appello alla comunità internazionale: “Serve più pressione su Mosca. Ogni esitazione permette alla Russia di continuare a colpire i civili” A margine del G7 in Canada, la premier Giorgia Meloni ha ribadito il pieno sostegno dell’Italia a Kiev. “Ho portato al presidente Zelensky la solidarietà del popolo italiano. Ogni volta che si tenta di fare un passo verso la pace, Mosca risponde con bombardamenti sui civili”, ha dichiarato. Meloni ha anche smentito le voci secondo cui Donald Trump avrebbe ostacolato una dichiarazione del G7 sull’Ucraina: “Non era prevista alcuna dichiarazione ufficiale sull’Ucraina. Tutti i leader erano informati sui contenuti della discussione”. Meloni ha poi precisato che “l’Ucraina ha dimostrato ampia disponibilità per un cessate il fuoco, mentre da parte della Russia non abbiamo visto alcun segnale di apertura”.
Fonti canadesi: “Gli USA hanno ammorbidito la linea”
Secondo una fonte governativa canadese citata dall’agenzia AFP, gli Stati Uniti avrebbero bloccato una bozza di dichiarazione più dura contro Mosca. La motivazione sarebbe quella di “preservare la possibilità di negoziazione”. La fonte ha parlato di “un’occasione persa” per dare un segnale forte di unità e condanna.
Kallas: “Ogni sanzione indebolisce la Russia”
In parallelo ai lavori del G7, al Parlamento europeo si è discusso del prossimo summit NATO. L’Alta rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, ha dichiarato: “La Russia risponde solo alla forza, per questo abbiamo proposto il diciottesimo pacchetto di sanzioni. Ogni misura limita la sua capacità di continuare la guerra”. Kallas ha sottolineato che le sanzioni Ue hanno già avuto un impatto significativo: “La Russia ha perso decine di miliardi di euro in entrate petrolifere. Il suo fondo sovrano è calato di sei miliardi solo lo scorso mese. Le sanzioni funzionano”. Parallelamente il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dichiarato di essere “cautamente ottimista” sul fatto che nei prossimi giorni gli Stati Uniti possano introdurre nuove sanzioni contro Mosca. “C’è consenso nel G7 sul sostegno militare all’Ucraina e sulla necessità di fare tutto il possibile per porre fine alla guerra”, ha dichiarato Merz, aggiungendo che “tutte le opzioni sono sul tavolo”. Da parte sua il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha rilanciato l’unità internazionale contro l’aggressione russa. In un incontro bilaterale con il presidente sudcoreano Lee Jae-myung, ha ribadito l’impegno congiunto “per un’Ucraina libera e sovrana” e il sostegno a “sanzioni severe contro la Russia”. L’intesa tra UE e Corea del Sud si inserisce nel quadro di un rafforzato partenariato in ambito di sicurezza e difesa, come confermato anche dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Asse Mosca-Pyongyang e intesa Corea del Sud-Giappone
In un quadro geopolitico sempre più complesso, ieri a Pyongyang il leader nordcoreano Kim Jong-un ha incontrato il consigliere di sicurezza russo Sergei Shoigu. Al centro del colloquio, riferisce l’agenzia KCNA, la cooperazione militare prevista dal trattato bilaterale di mutua difesa firmato lo scorso anno. Secondo fonti russe, la Corea del Nord avrebbe già deciso di inviare 5.000 operai edili militari e 1.000 genieri nella regione russa del Kursk per contribuire agli sforzi bellici. Durante l’incontro, Kim ha espresso “profonda gratitudine” a Vladimir Putin e ha discusso con Shoigu i “piani immediati e a lungo termine per l’attuazione degli accordi” fra i due Paesi. Tra i temi affrontati anche la situazione in Iran, in seguito ai recenti bombardamenti israeliani su obiettivi militari e nucleari. Parallelamente, sul fronte asiatico, si è tenuto ieri il primo incontro ufficiale tra il premier giapponese Ishiba Shigeru e il presidente sudcoreano Lee Jae-myung, a margine del G7. I due leader hanno deciso di rafforzare la cooperazione bilaterale, soprattutto in vista delle sfide poste dalla politica nucleare nordcoreana. L’incontro segna un passo importante nel sessantesimo anniversario della normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi.