mercoledì, 18 Giugno, 2025
Lavoro

Colf e badanti, crollo degli occupati: persi 158mila in tre anni

Il lavoro domestico in Italia perde ancora terreno. Secondo i dati presentati oggi dall’Inps durante il convegno ‘Il lavoro domestico in Italia: una risorsa strategica per il welfare e l’economia’, nel 2024 i lavoratori domestici con almeno un contributo versato sono stati 817.403, in calo del 3% rispetto all’anno precedente. Si tratta del terzo anno consecutivo di flessione, con una perdita complessiva di circa 158mila occupati rispetto al picco registrato nel biennio 2020-2021, periodo segnato dalla regolarizzazione legata alla pandemia e al decreto ‘Rilancio’. Il dato è stato commentato da Maria Luisa Gnecchi, Consigliera di amministrazione dell’Istituto, che ha aperto i lavori: “Colf e badanti sono una colonna invisibile ma essenziale del nostro sistema di cura. Serve rafforzare il riconoscimento del loro ruolo, e farlo attraverso contributi dignitosi e salari regolari”. Gnecchi ha ribadito l’urgenza di contrastare le “zone grigie” ancora diffuse nel settore, ricordando che molte lavoratrici e lavoratori, oggi prossimi alla pensione, percepiranno assegni mensili molto bassi. “Dobbiamo fare rete per tutelare chi assiste i nostri cari, spesso non autosufficienti”, ha concluso.
Anche Alfredo Savia, presidente di Nuova Collaborazione, ha sottolineato l’importanza crescente di un comparto che coinvolge milioni di famiglie e lavoratori. “Il lavoro domestico non può più essere considerato un affare privato: è una realtà sociale ed economica che richiede politiche pubbliche strutturate. Formazione, incentivi, tutele e strumenti fiscali adeguati sono le chiavi per garantire qualità e dignità”, ha detto.

La sfida della legalità

Savia ha inoltre insistito sulla necessità di una strategia nazionale condivisa, per trasformare il lavoro di cura in un vero pilastro del welfare italiano. “Le famiglie non possono essere lasciate sole”, ha ammonito, “serve un patto tra Stato, datori, lavoratori e istituzioni”. Secondo l’Osservatorio presentato durante il convegno, la flessione del numero complessivo di lavoratori domestici è più marcata tra gli uomini (-7%) rispetto alle donne (-2%). La componente femminile, che rappresenta l’89% del totale, è tornata ai livelli pre-pandemia: nel 2024 le lavoratrici registrate sono 726.589, contro 90.814 uomini.
La distribuzione geografica mostra come il Nord-Ovest sia l’area con la maggiore presenza (30,7%), seguito da Centro (27,6%), Nord-Est (19,9%), Sud (12,2%) e Isole (9,6%). A livello regionale, Lombardia (158.378 lavoratori), Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna da sole concentrano oltre il 50% del totale nazionale.

Badanti superano le colf per la prima volta

Un elemento strutturale del settore è l’alta incidenza di lavoratori stranieri, pari al 68,6%, con una netta prevalenza dell’Est Europa (34,8%). Tuttavia, il numero degli stranieri è in calo dal 2022 (-18% nel triennio), un calo più pronunciato rispetto a quello degli italiani (-13%). La Lombardia guida anche per numero di stranieri impiegati (oltre 126.000), seguita da Lazio ed Emilia-Romagna. Nel 2024, per la prima volta, le badanti hanno superato numericamente le colf (50,5% contro 49,5%). La prevalenza del lavoro di assistenza alla persona riflette l’invecchiamento della popolazione italiana e la crescente domanda di cura. I dati mostrano che la professione di badante è prevalente tra i lavoratori provenienti da Europa dell’Est, Asia, Sud America e Nord Africa, mentre quella di colf resta più diffusa tra gli italiani.
Anche la composizione anagrafica racconta di un settore in età avanzata: il 18,6% dei lavoratori ha tra i 55 e i 59 anni, e oltre un quarto ha superato i 60. Solo l’1,5% ha meno di 25 anni, segno di un ricambio generazionale quasi assente.

Retribuzioni

Contrariamente alla tendenza generale del mercato del lavoro, nel settore domestico le donne percepiscono in media retribuzioni più alte degli uomini: 7.800 euro annui contro 7.500. Le badanti, in particolare, guadagnano il 29% in più rispetto alle colf, dato che riflette la maggiore complessità e responsabilità del lavoro di assistenza. Durante il convegno è stato più volte sottolineato il valore della sinergia tra Inps e Nuova Collaborazione. La banca dati condivisa tra le due istituzioni si configura come uno strumento chiave per contrastare il caporalato, il lavoro nero e migliorare il monitoraggio del settore. L’obiettivo dichiarato è duplice: semplificare le procedure per famiglie e lavoratori, e al tempo stesso rafforzare i diritti e le tutele per chi lavora in un ambito spesso sommerso.
“Restituire dignità al lavoro domestico non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche di sostenibilità per il nostro sistema di welfare”, ha ricordato Gnecchi.

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