mercoledì, 9 Luglio, 2025
Esteri

Kiev sotto attacco: 17 civili uccisi. Trump lascia il G7, salta l’incontro con Zelensky

Mosca: un errore escluderci dal G8. Kallas (Ue): Cremlino implacabile, fare pressione. Il Regno Unito annuncia nuove sanzioni

Nella notte tra lunedì e martedì, la Russia ha lanciato uno dei più devastanti attacchi aerei sulla capitale ucraina dall’inizio dell’invasione: 440 droni, tra cui 280 kamikaze, e 33 missili — inclusi due ipersonici — hanno colpito il territorio ucraino. Solo a Kiev, riporta il sindaco Vitaliy Klitschko, i morti sono stati 17 e 114 i feriti, con detriti caduti in almeno 34 località. In un attacco separato a Odessa è morta una donna di 60 anni e altre 17 persone sono rimaste ferite, tra cui una donna incinta e una ragazza di 17 anni. Il presidente Volodymyr Zelensky ha parlato apertamente di “terrorismo russo” e ha accusato la comunità internazionale di voltarsi dall’altra parte: “È sbagliato che i potenti del mondo chiudano un occhio. Il mondo civile deve rispondere come si risponde ai terroristi”. Parole dure, pronunciate mentre il G7 si è appena concluso in Canada senza l’incontro previsto tra Zelensky e il presidente statunitense Donald Trump. Il ministro ucraino Andrii Sybiha ha sottolineato come l’attacco russo su Kiev, avvenuto proprio nei giorni del G7, sia stato “un segnale di disprezzo verso gli Stati Uniti e i loro partner”. Secondo Sybiha, Putin punta a far apparire deboli i leader occidentali: “Solo misure forti possono dimostrare che ha torto”.

Salta l’incontro Trump-Zelensky

Donald Trump ha lasciato anticipatamente il vertice del G7, ufficialmente per rientrare a Washington a causa della crisi tra Iran e Israele. L’assenza ha fatto saltare l’incontro con Zelensky, che sperava di ottenere nuove sanzioni statunitensi contro Mosca. Parallelamente, tre funzionari statunitensi hanno confermato lo scioglimento di un gruppo interagenzia nato per esercitare pressioni diplomatiche su Mosca. Il gruppo — istituito in primavera con membri di Casa Bianca, Dipartimento di Stato, Tesoro, Pentagono e intelligence — ha perso slancio a maggio, quando è apparso chiaro che Trump non intendeva adottare una linea più dura con la Russia. “Il presidente non c’era. Invece di fare di più, voleva fare di meno”, ha detto uno dei funzionari. La spallata finale è arrivata con il licenziamento del team NSC responsabile del dossier ucraino. Andrew Peek, massimo esperto per Europa e Russia al Consiglio di Sicurezza Nazionale, è stato rimosso. L’abbandono di questo strumento diplomatico rafforza le preoccupazioni europee per la linea ambigua di Trump verso Mosca a poche settimane dal vertice NATO.

Trump: “Nuove sanzioni? Cominci l’Europa”

A margine di un bilaterale con il premier britannico Keir Starmer, Trump ha respinto le richieste europee di inasprire le sanzioni: “Le sanzioni ci costano miliardi. L’Europa le vuole? Che cominci lei. Non è facile firmare un foglio e basta. Le sanzioni costano molto, non sono a senso unico”. Dichiarazioni che trovano sponda nel Cremlino. Ieri il portavoce Dmitry Peskov ha definito “un grande errore” l’esclusione della Russia dal G8, allineandosi apertamente con Trump. “Il G7 è ormai sbiadito, inutile. Il G20 è un formato più rappresentativo”, ha dichiarato Peskov, sottolineando che Mosca è pronta a riprendere i negoziati di pace, ma solo su nuove basi.

Ue: “Mosca è implacabile, non vuole la pace”

L’Alta rappresentante dell’Ue Kaja Kallas ha definito l’attacco su Kiev “uno dei più devastanti” e ha ribadito che “la Russia prende di mira i civili, non vuole la pace. Dobbiamo continuare a fare pressione”. L’Unione Europea si prepara intanto a compiere un passo storico: oggi presenterà la proposta per vietare l’importazione di gas russo (in forma liquida o via gasdotto) entro la fine del 2027. Secondo una sintesi interna visionata da Reuters, dal 1° gennaio 2026 non sarà più possibile firmare nuovi contratti, mentre quelli esistenti avranno tempo fino al 2028 per cessare. Bruxelles vuole anche vietare ai terminali europei di offrire servizi alle aziende russe e chiederà alle imprese che importano gas russo di dichiarare i propri contratti. Il commissario all’Energia Dan Jorgensen ha assicurato che si tratterà di un divieto “legalmente solido” che consentirà alle aziende di invocare la clausola di forza maggiore per uscire dai contratti senza penali.

Londra, Parigi e Berlino: avanti con le sanzioni

Mentre Washington sembra tirarsi indietro, i principali partner europei promettono di andare avanti. Il premier britannico Keir Starmer ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni e ha chiesto di “comprimere le entrate energetiche della Russia”. Emmanuel Macron ha invitato i leader europei a “spingersi molto oltre”, mentre il ministero degli Esteri tedesco ha accusato Putin di “fare finta di praticare la diplomazia” e ha promesso di “aumentare la pressione” per fermare una guerra che, secondo Berlino, “non ha alcun intento negoziale”. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha respinto l’ipotesi che Putin possa avere un ruolo da mediatore nel conflitto in Medio Oriente: “Dovrebbe prima mediare per porre fine all’invasione dell’Ucraina”.

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