martedì, 8 Luglio, 2025
Attualità

Papa Leone XIV ai vescovi: “Servono scelte coraggiose, anche in politica”

Nel suo incontro con la CEI, il Pontefice traccia la rotta per la Chiesa italiana: annuncio del Vangelo, promozione della pace, protagonismo dei laici e attenzione alle sfide digitali

Papa Leone XIV ha incontrato per la prima volta i vescovi italiani riuniti nell’Assemblea generale straordinaria della CEI, la Conferenza Episcopale Italiana. L’incontro si è tenuto nell’Aula delle Benedizioni del Palazzo Apostolico e ha visto il Pontefice rivolgersi ai rappresentanti della Chiesa italiana con parole chiare, dirette, cariche di attese. L’udienza, attesa fin dai primi giorni del suo pontificato, ha rappresentato un momento chiave per delineare il rapporto che il nuovo Papa intende instaurare con la Chiesa locale.

Il legame tra Roma e la CEI

Fin dalle prime battute del suo discorso, Leone XIV ha voluto ribadire il ruolo speciale che lega il Pontefice alla Chiesa italiana. Citando lo Statuto della CEI, ha ricordato che questa unione non è solo formale, ma una “comunione peculiare” che impegna la Chiesa italiana a camminare con il Papa in una sintonia piena e concreta. Il Papa ha poi richiamato l’appello accorato alla pace lanciato dal suo predecessore, Papa Francesco, durante la Pasqua, sottolineando la necessità che anche la CEI si impegni con decisione su questo fronte.

Annunciare il Vangelo con forza

Uno dei punti centrali dell’intervento di Leone XIV ha riguardato l’annuncio del Vangelo. Il Papa ha parlato della necessità di tornare al “kerygma”, parola greca che indica il nucleo essenziale del messaggio cristiano, cioè la proclamazione di Cristo morto e risorto. Secondo il Pontefice, la Chiesa deve rinnovarsi partendo da qui, rimettendo al centro il cuore della fede, con linguaggio semplice ma incisivo. L’obiettivo, ha spiegato, è raggiungere le persone nella loro realtà concreta, senza perdere di vista le radici spirituali e teologiche che animano la missione ecclesiale.

La pace come priorità concreta

Nel passaggio forse più denso del suo discorso, Papa Leone XIV ha chiesto ai vescovi italiani di promuovere una vera e propria “pastorale della pace”. Non si tratta, ha spiegato, di un ideale astratto, ma di una responsabilità che va assunta con azioni concrete. In un mondo segnato da guerre, conflitti dimenticati e nuove tensioni, la Chiesa non può restare spettatrice. Il Pontefice ha chiesto che le comunità cristiane diventino spazi di dialogo e riconciliazione, capaci di proporre alternative di giustizia e nonviolenza.

Digitalizzazione e dignità della persona

Leone XIV ha poi dedicato un passaggio importante all’impatto delle nuove tecnologie sulla vita delle persone. Ha citato l’intelligenza artificiale, i social network e l’economia digitale come strumenti che, se mal utilizzati, rischiano di svuotare la persona della sua dignità. Il Papa ha chiesto un discernimento serio, che aiuti la Chiesa a orientarsi in questa trasformazione epocale senza perdere la bussola del rispetto umano. La dignità della persona, ha ribadito, non può mai diventare una variabile dipendente da logiche di profitto o di visibilità.

Coraggio e protagonismo laicale

Nel suo appello finale, il Pontefice ha invitato la Chiesa italiana a compiere “scelte coraggiose”, anche in campo politico. Non ha parlato di partiti o schieramenti, ma ha chiesto che la fede non resti confinata alla sfera privata. Ha sollecitato un protagonismo maggiore dei laici, uomini e donne impegnati nella società, capaci di testimoniare valori cristiani con responsabilità e libertà. È stato un invito a non temere il confronto con la complessità della storia, a camminare con decisione anche dove il Vangelo sembra difficile da tradurre in gesti pubblici.

Zuppi: “Uniti nell’impegno di diffondere la pace”

Dopo il discorso del Papa, ha preso la parola il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI. Nel suo saluto ha parlato di “obbedienza, fraternità e amicizia” come sentimenti che uniscono i vescovi italiani al successore di Pietro. Ha citato le parole di Giovanni Paolo II, ricordando che il Papa è “vescovo con noi e come noi”, e ha sottolineato la sintonia profonda tra il cammino sinodale della Chiesa italiana e le indicazioni di Leone XIV.

Una Chiesa inquieta e solidale

Zuppi ha tracciato il profilo di una Chiesa “inquieta”, che non si accontenta di vivere chiusa nei propri riti, ma cerca gli abbandonati, i dimenticati, gli imperfetti. Ha parlato di un annuncio del Vangelo fatto con gesti semplici, parole vere, senza maschere di potere o d’immagine. Ha ricordato l’ottantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, richiamando l’urgenza di una nuova cultura della pace, fatta di disarmo interiore e costruzione quotidiana di relazioni giuste.

Cuori disarmati per costruire il futuro

“Solo i cuori disarmati possono indicare la via della pace”, ha detto il cardinale, riprendendo una delle immagini più forti del suo intervento. Ha auspicato che le parrocchie diventino “case di pace”, laboratori di fraternità, capaci di accogliere e ascoltare. E ha promesso, a nome di tutta la CEI, un impegno rinnovato per camminare accanto al Papa nel servizio alla Chiesa e al mondo.

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