Con un post infuocato Donald Trump ha chiuso ogni ambiguità: “Macron mente, non torno a Washington per un cessate il fuoco”, ha scritto il Presidente americano su Truth Social durante il volo che lo riportava negli Stati Uniti. “È molto più grave. Emmanuel sbaglia sempre”. Con queste parole, Trump ha smentito le ricostruzioni francesi e confermato la linea dura sul dossier iraniano. L’obiettivo, ha detto parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One, “non è una tregua tra Israele e Iran, ma la vera fine del programma nucleare di Teheran”. Una dichiarazione che rimescola le carte dopo la sua partenza anticipata dal G7 in Canada, ufficialmente “per monitorare personalmente la crisi in Medioriente”. L’incontro con il Consiglio di sicurezza nazionale è stato già convocato nella Situation Room. E a sorpresa, Trump ha annunciato che “potrebbe inviare l’inviato speciale Steve Witkoff o il Vicepresidente JD Vance a incontrare i negoziatori iraniani”. Una mossa che apre uno spiraglio, ma a condizioni rigidissime.
“L’Iran avrebbe dovuto firmare l’accordo che gli avevo detto di firmare. Che vergogna, uno spreco di vite umane”, aveva scritto Trump appena prima di lasciare Kananaskis. Poi il monito più duro: “Tutti dovrebbero evacuare immediatamente Teheran”. Un’escalation verbale che ha fatto scattare l’allerta nelle capitali europee. E ha segnato la rottura con Macron, colpevole – secondo Trump – di “strumentalizzare” la sua partenza per rilanciarsi sulla scena diplomatica.
Tensioni e proposte
Dietro le quinte, la tensione tra i due leader era palpabile fin dalla cena di domenica sera. Trump aveva già fatto capire che non avrebbe accettato compromessi sulla linea anti-iraniana, nonostante l’insistenza francese e tedesca per ottenere un appello comune alla calma. Alla fine, Trump ha firmato la dichiarazione finale del G7, ma precisando che non intende sostenere alcuna tregua se prima non verrà disinnescato il “programma nucleare del regime degli ayatollah”. Diversa la linea italiana. A margine del vertice Giorgia Meloni ha avuto un bilaterale con Trump: “Il colloquio ha permesso di riaffermare l’importanza di riaprire la strada del negoziato”, ha riferito Palazzo Chigi, sottolineando che Meloni ha ribadito “la necessità, in questo momento, di lavorare per il raggiungimento di un cessate il fuoco a Gaza”. Una posizione sostenuta anche dai partner europei, ma che appare lontana dalle priorità strategiche della Casa Bianca.
Nel corso della conversazione, Meloni ha anche rilanciato il negoziato commerciale Ue-Usa e affrontato il tema del prossimo vertice Nato dell’Aja, in programma per fine mese. Ma l’urgenza di Gaza e l’aggravarsi della crisi Iran-Israele hanno di fatto monopolizzato l’agenda.
Zelensky tagliato fuori
Tra le vittime collaterali dell’improvvisa partenza del Tycoon, anche il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che contava su un incontro diretto con Trump per discutere nuovi aiuti militari. L’incontro è saltato. E sebbene la Casa Bianca abbia fatto sapere che il dialogo con Kiev “continuerà”, la mancata stretta di mano ha lasciato perplessi diversi osservatori europei.