lunedì, 16 Giugno, 2025
Esteri

Israele e Iran sull’orlo del baratro. Trump promette la pace, ma i negoziati si fermano

Sirene a Gerusalemme, 11 i morti per i raid iraniani nella notte. Israele: "Nessun obiettivo escluso compreso Khamenei"

Nella giornata di ieri il conflitto tra Israele e Iran ha vissuto uno dei suoi momenti più drammatici, tra attacchi incrociati, dichiarazioni di guerra, e timidi segnali di apertura diplomatica. Mentre i cieli di Tel Aviv, Gerusalemme e Teheran risuonavano di esplosioni, i leader mondiali moltiplicavano i contatti per scongiurare un’escalation definitiva. Ma la tregua resta lontana, e la tensione continua a salire. Nella notte tra sabato e domenica, l’Iran ha lanciato circa 80 missili balistici contro Israele in due ondate. L’obiettivo principale è stata la raffineria di Haifa, danneggiata ma ancora operativa, mentre i civili hanno pagato il prezzo più alto: a Tamra un’intera famiglia è stata sterminata, tra cui un bambino di 13 anni. A Bat Yam, un condominio è stato colpito in pieno: 7 i corpi finora recuperati, altre tre persone risultano disperse. Il bilancio aggiornato è di 11 vittime e oltre 200 feriti. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è recato personalmente a Bat Yam, dove ha promesso vendetta: “L’Iran pagherà un prezzo altissimo per l’assassinio di civili. Siamo sulla via della vittoria”. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha invece fatto appello ai leader del G7: “Collaborate con noi contro la minaccia iraniana. Se volete il disarmo nucleare, iniziate dall’Iran”. Secondo l’Idf, in meno di 72 ore sono stati colpiti oltre 170 obiettivi e 720 infrastrutture militari iraniane, inclusi il Ministero della Difesa a Teheran e impianti del programma nucleare. A Teheran, già nella notte si erano registrate esplosioni e, ieri a mezzogiorno, nuovi boati hanno scosso la capitale. Secondo fonti iraniane, Israele ha preso di mira due raffinerie – una nei pressi della capitale e una a Bushehr, sul Golfo Persico – mentre invitava i civili iraniani ad abbandonare le fabbriche di armi, lasciando intendere che altri attacchi fossero imminenti. Intanto, il presidente iraniano Pezeshkian ha chiesto all’Iraq di impedire a Israele l’uso del proprio spazio aereo per colpire l’Iran. Due presunti agenti del Mossad sono stati arrestati nel Paese. Parallelamente l’Idf ha confermato anche un attacco notturno nello Yemen contro il comandante degli Houthi, Muhammad Al-Ghamari, senza però fornire ancora esito ufficiale.

Diplomazia bloccata

Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha denunciato che gli attacchi israeliani mirano a sabotare il negoziato sul nucleare in corso con gli Stati Uniti. “Siamo pronti a un accordo che garantisca il divieto di accesso dell’Iran all’arma atomica, ma non rinunceremo ai nostri diritti sul nucleare civile”, ha dichiarato. D’altra parte, Israele ha chiesto formalmente agli Stati Uniti di unirsi al conflitto, obiettivo per il quale servirebbe l’utilizzo di armi pesanti come bombe anti-bunker, necessarie a colpire il sito sotterraneo di Fordow. Trump, secondo fonti israeliane, si sarebbe detto disponibile in linea di principio, ma la Casa Bianca ha subito smentito ogni impegno diretto.

Trump: “L’accordo arriverà grazie a me”

Il presidente Trump, intervenuto più volte nel corso della giornata, ha dichiarato a ABC News che l’attacco di Israele “potrebbe aver accelerato i colloqui” e ha ribadito che “molti contatti sono in corso”. Su Truth Social ha promesso che la pace tra Iran e Israele “arriverà presto, grazie al mio intervento”, paragonando la situazione a precedenti successi diplomatici ottenuti con Serbia, Kosovo, India, Pakistan, Egitto ed Etiopia.“ L’Iran e Israele devono fare un accordo, e lo faranno”, ha scritto, denunciando al contempo la mancanza di riconoscenza per il suo lavoro.

Berlino rafforza le difese

In vista del vertice del G7 in Canada, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ordinato il rafforzamento delle misure di sicurezza per i siti israeliani ed ebraici in Germania, temendo possibili ritorsioni. “Israele ha il diritto di difendersi dalla minaccia esistenziale iraniana”, ha detto, condannando i bombardamenti su obiettivi civili. Merz ha avuto ieri un colloquio con il sultano dell’Oman, ribadendo che Teheran “non deve mai possedere armi nucleari” e sottolineando il valore della mediazione omanita, ora interrotta: il sesto round dei colloqui tra Iran e USA previsto a Mascate è stato annullato dopo l’attacco israeliano.

Tajani e Crosetto: de-escalation urgente

Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avuto ieri conversazioni telefoniche con gli ambasciatori italiani a Teheran e Tel Aviv, oltre che con il collega giordano Ayman Safadi. Italia e Giordania, si legge nella nota della Farnesina, “sono impegnate a favorire una de-escalation che impedisca l’estensione del conflitto a tutta la regione”. Tajani ha ringraziato la Giordania per l’assistenza ai cittadini italiani bloccati in zona di guerra. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, in un’intervista al Corriere della Sera, ha affermato che “la corsa dell’Iran alla bomba atomica è inaccettabile per Israele, che non esiterà a reagire. Al momento non ci sono segnali concreti di uso di armi nucleari da parte di Israele, ma è urgente agire con prudenza”.

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