lunedì, 16 Giugno, 2025
Attualità

Meloni al G7 in Canada, missione de-escalation

Kananaskis al centro della diplomazia internazionale: si lavora per fermare l’inasprimento del conflitto in Medioriente. L’Italia spinge per soluzioni condivise su sicurezza, migrazioni e guerra in Ucraina

È iniziato ieri, tra gli scenari a dir poco spettacolari delle Montagne Rocciose canadesi, il summit dei leader del G7, in programma fino a domani in quel di Kananaskis. Un incontro tra i più delicati degli ultimi anni, che si svolge in un contesto internazionale attraversato da nuove e vecchie crisi: la guerra in Ucraina, l’escalation tra Israele e Iran, le tensioni commerciali tra Europa e Stati Uniti, ma anche sfide epocali come la sicurezza digitale, l’Intelligenza Artificiale e la lotta ai cambiamenti climatici. Ad accogliere i grandi della Terra, il Primo Ministro canadese Mark Carney, al debutto in un summit del G7. Economista di fama internazionale, ex Governatore della Banca d’Inghilterra, Carney ha assunto la guida del governo canadese dopo la vittoria elettorale dello scorso marzo. Ora è lui a fare gli onori di casa in questo vertice strategico, che ospita, tra gli altri, il Presidente statunitense Donald Trump, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Premier britannico Keir Starmer, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, il Presidente francese Emmanuel Macron e il Premier giapponese Shigeru Ishiba. A completare la platea i vertici delle istituzioni europee Ursula von der Leyen e Antonio Costa, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader di alcune delle principali economie emergenti: l’indiano Narendra Modi, il sudafricano Cyril Ramaphosa, il brasiliano Lula, la Presidente messicana Claudia Sheinbaum e il sudcoreano Lee Jae-myung.
Giorgia Meloni è atterrata all’aeroporto di Calgary già nella giornata di sabato, accompagnata dalla figlia Ginevra, e ha raggiunto la città di Kananaskis nella stessa serata. L’Italia si presenta al vertice con una linea chiara: serve fermare l’escalation militare e rilanciare la via diplomatica. “È il tempo della diplomazia, non delle armi”, è il pensiero dell’esecutivo tricolore.

Evitare un conflitto regionale incontrollabile

Un messaggio che dunque conferma la ferma posizione del Paese, condivisa con Francia, Germania e Regno Unito, contro l’eventualità che Teheran possa dotarsi di armi nucleari. Secondo il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, difatti “l’Iran non può avere l’atomica e Israele ha il diritto di difendersi”, ma occorre lavorare a una de-escalation che eviti un conflitto regionale incontrollabile. Nel fitto calendario di incontri bilaterali, Meloni ha visto nella serata di ieri Merz e Starmer, mentre oggi sarà il momento del colloquio con Carney. Possibile anche un faccia a faccia con Donald Trump, le cui posizioni ambigue su Ucraina, Medio Oriente e relazioni commerciali sono tra gli elementi più divisivi di questo summit.
A testimonianza del clima complesso e delle divergenze profonde tra i leader del G7, non è previsto alcun comunicato congiunto al termine del vertice. Al suo posto, la presidenza canadese diffonderà un “chair’s summary” con il riassunto dei principali contenuti discussi e sette dichiarazioni distinte, ciascuna focalizzata su uno dei temi chiave: finanziamento dello sviluppo, intelligenza artificiale, tecnologie quantistiche, contrasto agli incendi boschivi, approvvigionamento di minerali critici, repressione del crimine transnazionale e lotta al traffico di esseri umani.

Tema dei migranti

Quest’ultimo tema è stato rilanciato dall’Italia, che vuole dare continuità alla coalizione G7 contro il traffico di migranti varata durante la presidenza italiana del 2024. Un’iniziativa supportata da Stati Uniti e Regno Unito, che punta a rafforzare la cooperazione in ambito di intelligence, sequestrare i proventi illeciti delle reti criminali e adottare un approccio coordinato per fermare la tratta di esseri umani. Il conflitto in Ucraina rimane una delle priorità del vertice. L’Unione europea ha deciso di presentarsi al G7 con un messaggio forte e unitario: è in preparazione il 18esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca, tra i più duri di sempre. Le misure prevedono l’abbassamento del price cap sul petrolio russo da 60 a 45 dollari al barile, l’estensione del blocco Swift ad altre 22 banche russe, e il divieto di utilizzo dei gasdotti Nord Stream 1 e 2. Il pacchetto intende contrastare l’elusione delle sanzioni tramite Paesi terzi e rafforzare la pressione economica su Vladimir Putin.
Ma il sostegno degli Stati Uniti non è scontato. Trump, sebbene ufficialmente contrario alla guerra, ha spesso assunto posizioni contraddittorie e non ha ancora dato il via libera a nuove misure restrittive. A Kiev cresce la preoccupazione, e Zelensky spera in un nuovo incontro con il Tycoon per ottenere un sostegno più deciso.

Fronte commerciale

Altro fronte caldo è quello commerciale. I dazi minacciati dagli Stati Uniti nei confronti dell’Unione europea rischiano di innescare una nuova guerra commerciale. La Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, è pronta a trattare, ma anche a reagire con misure di contromisura, incluso lo strumento anti-coercizione pensato per colpire le Big Tech americane. “I dazi danneggiano tutti”, è il messaggio che Von der Leyen ribadirà nella sessione dedicata al commercio globale. La trattativa è complicata: se con Londra e Pechino Washington ha trovato un equilibrio, con Bruxelles i negoziati restano in stallo. Il summit sarà dunque un banco di prova per evitare una nuova crisi tra le due sponde dell’Atlantico.
Tra i grandi temi strategici in discussione figurano la sicurezza energetica, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e la cooperazione in ambito tecnologico. La presidenza canadese ha indicato l’obiettivo di consolidare le catene di approvvigionamento dei minerali critici e incentivare l’uso dell’AI e delle tecnologie quantistiche per promuovere la crescita economica sostenibile. In parallelo, si discuterà di come rafforzare la capacità di risposta globale agli incendi boschivi (tema particolarmente sensibile per il Canada) e come contrastare le interferenze esterne e il crimine transnazionale.

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