Il governo britannico ha annunciato l’intenzione di avviare una nuova inchiesta nazionale sugli abusi sessuali organizzati ai danni di minori, dopo le pressioni pubbliche esercitate da Elon Musk. Il miliardario, proprietario della piattaforma X, ha accusato il primo ministro Keir Starmer di aver “coperto crimini orribili” durante il suo passato da procuratore capo, rilanciando un tema che da anni scuote l’opinione pubblica britannica. Le accuse, definite infondate da numerosi analisti, hanno riacceso l’attenzione sullo scandalo delle cosiddette “grooming gangs”, bande criminali che tra gli anni ’80 e il 2010 hanno abusato di centinaia di ragazze minorenni in città come Rotherham, Rochdale e Oldham. Le precedenti indagini, tra cui quella della Independent Inquiry into Child Sexual Abuse (IICSA) conclusa nel 2022, avevano già evidenziato gravi omissioni da parte delle autorità locali e delle forze dell’ordine. Downing Street ha confermato che la nuova inchiesta sarà “complementare” a quella già svolta, ma si concentrerà sulle presunte interferenze politiche e sulle motivazioni culturali che avrebbero ostacolato le indagini. L’annuncio ha diviso Westminster: mentre i conservatori e il partito Reform UK sostengono l’iniziativa, diversi deputati laburisti temono che venga strumentalizzata per fini elettorali. Musk, che ha oltre 200 milioni di follower su X, ha accusato Starmer di essere “complice degli stupri di massa in cambio di voti”. Il premier ha respinto le accuse, definendole “pericolose e infondate”. Il governo ha assicurato che l’inchiesta sarà indipendente e trasparente. Ma resta il dubbio: quanto può l’influenza di una figura pubblica come Musk orientare l’agenda politica di una democrazia consolidata?