
Il Pontefice ci invita alla responsabilità e alla ragione. Politica e diplomazia facciano prevalere l’incontro per fermare le guerre e catastrofi
Ieri ascoltando le parole del Santo Padre abbiamo fatto in redazione una riflessione, unendoci alla sua invocazione e a un impegno collettivo per liberare il mondo dalla: “minaccia nucleare“. Un percorso attraverso: “un incontro rispettoso e un dialogo sincero“. Papa Leone ha esteso il suo appello a tutti i Paesi a “sostenere la causa della pace avviando cammini di riconciliazione e favorendo soluzioni che garantiscano sicurezza e dignità per tutti”. Le parole cariche speranze e di preoccupazione per la situazione in Medio Oriente sono state pronunciate ieri nell’udienza giubilare nella Basilica di San Pietro.
Nessuno minacci l’altro
Facciamo nostri come giornale – e come eredi del pensiero politico e di dialogo di Alcide de Gasperi -, i pensieri del Pontefice quando ci richiama ad un impegno, verso un mondo dove: “Nessuno dovrebbe mai minacciare l’esistenza dell’altro”.
Fermare le guerre
L’invito di Papa Leone XIV, come riportato da Vatican news, cade in un momento storico segnato da “notizie che destano molta preoccupazione”.
“Si è gravemente deteriorata la situazione in Iran e Israele”, scandisce il Pontefice, in una Basilica di San Pietro gremita da circa 6 mila fedeli.
Il Papa senza esitazioni pronuncia due parole nel suo appello: “Responsabilità“, verso la propria gente e il mondo, e “ragione” per non cedere alla furia cieca.
“In un momento così delicato, desidero rinnovare un appello alla responsabilità e alla ragione”.
Liberi dalla minaccia nucleare
L’impegno a cui ci richiama Papa Leone è quello di “costruire un mondo più sicuro e libero dalla minaccia nucleare”. Sarebbe illusorio però che tutto questo non avvenga con un vero sforzo verso la pace. È necessario invece un forte impegno, una spinta che sia attenta alle ragioni di tutti. Così Il Pontefice ci induca una via, quella di perseguire “attraverso un incontro rispettoso e un dialogo sincero per edificare una pace duratura, fondata sulla giustizia, sulla fraternità e sul bene comune”.
Ponti e non muri
Bisogna superare la logica evocata da Papa Francesco di una guerra mondiale che oggi accade “a pezzi”, e di cui abbiamo scritto ieri con l’arrivo in redazioni dei raid missilistici su i due fronti, a Teheran così come a Tel Aviv, ci sono persone, donne bambini, che non hanno nessuna colpa di ciò che accade e delle contrapposizioni geo politiche. Bisogna come esorta Papa Leone XIV “costruire ponti dove oggi ci sono muri” – è rivolto a “tutti i Paesi” del mondo perché si uniscano non in alleanze e fazioni, bensì per dare sostegno alla “causa della pace”.
I tempi siamo noi
Nei giorni scorsi c’è stato un analogo invito formulato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che alla Cerimonia di apertura dell’Anno Accademico del Centro internazionale di formazione delle Nazioni Unite (Itcilo) a Torino, nel citare il Pontefice ha ricordato una frase di sant’Agostino di Ippona, “I tempi siamo noi : vi ritroviamo quello che vi mettiamo, quello che costruiamo direttamente noi”. Per questo siamo chiamati tutti a scongiurare il peggio. Una catastrofe nucleare sarebbe un danno irreparabile per la vita, per la terra e per il creato. Facciamo in modo che la politica, la diplomazia fermino una corsa che rischia di travolgere tutti. Ascoltiamo e lavoriamo per la pace e il dialogo, saremo più umani e all’altezza dei momenti e dei “tempi” difficili.