sabato, 5 Luglio, 2025
Attualità

Le “guerre a pezzi” e dialoghi di speranza

L’impegno della Premier Giorgia Meloni nel tenere alta l’attenzione sul ruolo che l’Italia può avere nel Mediterraneo per negoziati di pace

Bene le iniziative dei ministri Crosetto e Tajani sulla difesa europea e la descalation dei conflitti in medio Oriente

La “guerra a pezzi”, evocata da Papa Francesco diventa reale ogni giorno di più. I venti impetuosi delle guerre soffiano sempre più forti lasciando distruzioni e l’affievolissi delle voci di speranza di chi chiede il dialogo tra popoli e Nazioni.

Guerre e conflitti dimenticati

Nel mondo sono attivi 56 conflitti armati e da ieri con l’attacco israeliano – le cui ragioni sono chiare e con il monito dall’Onu anche serie – sono sono saliti a 57, ed è il numero più alto di conflitti in atto dalla Seconda Guerra Mondiale. Guerre regionali che coinvolgono oltre 90 Paesi. Sono anni che conviviamo con le immagini di distruzioni e stragi In Ucraina e Palestina. Ci sono le guerre dimenticate ma altrettanto disumane in Myanmar, Sudan, Etiopia, e in vari luoghi del Medio Oriente.

Una visione amara

La “guerra a pezzi” era una amara osservazione di Papa Francesco per descrivere la situazione internazionale. Un modo per sottolineare come la conflittualità globale sia frammentata in diversi scontri regionali e locali, ma che potrebbero essere visti come parti di un’unica, più ampia guerra. È una visione che riflette la profonda preoccupazione del mondo Cattolico di osservare impotenti i delitti contro l’umanità e anche contro quanti lavorano per un mondo migliore.

L’impegno dell’Italia

In questo scenario le istituzioni italiane dopo l’attacco di Israele si siti nucleari iraniani, sono compatte nel chiedere di arginare il conflitto e nel contempo seguire l’evolversi degli eventi. Il premier, Giorgia Meloni ha convocato una riunione con i ministri maggiormente coinvolti e con i vertici dell’intelligence nazionale.
La crisi in Iran sarà poi al centro della riunione del G7 in Canada, a cui il premier Giorgia Meloni si appresta a partecipare, e che prenderà il via domani.

La difesa europea

Per l’Italia e soprattutto per l’Europa si apre la necessità di scelte chiare. Ieri in modo realistico il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dato una indicazione, partendo da una riflessione: “Ci sono attori che ormai si muovono con logiche che sono incomprensibili e imprevedibili”.
“Una difesa europea è diventata una priorità”, osserva Crosetto, “dopo l’attacco russo all’Ucraina e i fatti del Medioriente ci danno prova ulteriore che spendere soldi per la Difesa non è uno spreco come qualcuno lo considera. Abbiamo la necessità di prevedere qualsiasi fatto possa succedere”.

Servono azioni di pace

Inutile quindi illudersi che i conflitti possano cessare d’incanto. La verità che senza leadership forti che si dedichino alla pace e senza una visione Cattolica, il mondo rischia sempre di più di precipitare in un caos di conflitti.

Fermare l’escalation

L’Italia può fare la sua parte per evitare un baratro e sono da apprezzare le parole del vice premier Antonio Tajani nel colloquio avuto con il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sàar: “Ho chiesto di evitare una escalation e ribadito l’amicizia con il popolo israeliano ma ho ribadito anche la necessità del cessate il fuoco a Gaza. Chiediamo a Israele, avendo vinto di fatto la guerra con Hamas, di risparmiare la popolazione civile”.

Il richiamo di Papa Leone

La linea della fermezza in difesa delle popolazioni civili, in Ucraina come in Medio Oriente, e ovunque c’è una guerra, è una priorità. Non possiamo restare inermi dove ci sono vittime innocenti. Anche se non da noi, siano comunque chiamati a far rispettare il diritto internazionale, la difesa delle popolazioni inermi. Papa Leone XIV ha più volte espresso la sua forte opposizione alla guerra. Sì è umilmente appellato ai potenti del mondo per un cessate il fuoco e la promozione di ogni iniziativa di dialogo e pace. È l’unica via che abbiamo per evitare tragedie e un mondo che sprofondi nel caos.

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