Secondo l’ultimo rapporto dell’UNHCR, alla fine del 2024 si contavano, in tutto il mondo, 123,2 milioni di persone costrette a lasciare le proprie case a causa di guerre e violenze. Questo dato evidenzia una crisi umanitaria in continua espansione, con conflitti che si intensificano e soluzioni durature che sembrano sempre più lontane. L’aumento degli sfollati è stato determinato da una serie di fattori, tra cui la guerra in Sudan, il conflitto in Ucraina e le tensioni in Medio Oriente. Il Sudan, in particolare, è diventato la più grande crisi di sfollamento globale, con 14,3 milioni di rifugiati e sfollati interni, superando la Siria e l’Afghanistan. Anche la situazione a Gaza è critica: oltre il 90% della popolazione è stata costretta a fuggire a causa degli attacchi israeliani. Nonostante l’aumento costante degli sfollati negli ultimi tredici anni, il rapporto dell’UNHCR segnala una lieve diminuzione nei primi mesi del 2025, con 122,1 milioni di persone ancora in fuga. Tuttavia, questa riduzione non rappresenta un miglioramento significativo, ma piuttosto una stabilizzazione temporanea dovuta a fattori contingenti, come il ritorno di alcuni rifugiati siriani dopo il rovesciamento del presidente Bashar al-Assad. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha sottolineato la necessità di intensificare gli sforzi per trovare soluzioni durature. La comunità internazionale è chiamata a intervenire con maggiore determinazione per garantire protezione e assistenza a chi è costretto a fuggire. Con il numero di sfollati che continua a crescere, il mondo si trova di fronte a una delle più grandi sfide umanitarie della nostra epoca. La speranza è che i governi e le organizzazioni internazionali possano finalmente trovare soluzioni efficaci per fermare questa crisi e offrire un futuro più stabile a milioni di persone.
