Dopo mesi di tensioni economiche, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato il raggiungimento di un nuovo accordo commerciale con la Cina, definendolo “fatto” in attesa dell’approvazione finale del presidente Xi Jinping. L’intesa, raggiunta dopo due giorni di negoziati a Londra, segna una tregua nella guerra commerciale tra le due superpotenze, riportando i rapporti a un equilibrio precario già visto in passato. Secondo i termini dell’accordo, gli USA manterranno un dazio del 30% sui prodotti cinesi, mentre Pechino applicherà una tariffa del 10% sui beni americani. Trump ha parlato di un dazio complessivo del 55%, includendo misure già esistenti come il 20% sul fentanyl e un 10% di dazio reciproco. Non sono state introdotte nuove tariffe, ma si è proceduto a una riorganizzazione delle misure già in vigore. Uno dei punti chiave riguarda le terre rare, risorse fondamentali per l’industria tecnologica e strategica: la Cina si è impegnata a fornire agli Stati Uniti minerali rari e magneti. Inoltre, agli studenti cinesi sarà nuovamente consentito l’accesso ai college americani, dopo la cancellazione dei visti per gli studenti della Repubblica Popolare. Trump ha sottolineato che la Cina garantirà la fornitura anticipata di questi materiali, essenziali per la produzione di semiconduttori e dispositivi tecnologici avanzati. L’accordo è stato accolto con cautela dai mercati finanziari. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha avvertito che il protezionismo commerciale potrebbe avere effetti negativi sulla prosperità globale, evidenziando l’importanza di soluzioni cooperative. Nonostante l’intesa, una Corte d’Appello federale ha stabilito che le tariffe imposte da Trump rimarranno in vigore fino al 31 luglio, quando il caso sarà riesaminato. Questa decisione mantiene in sospeso l’attuazione completa dell’accordo e potrebbe influenzare le dinamiche economiche tra i due paesi nei prossimi mesi.