venerdì, 13 Giugno, 2025
Esteri

Raid russi su Kharkiv e Odessa, oltre 50 feriti. Scambi di salme tra Mosca e Kiev

Nuovo pacchetto di sanzioni europee, colpito il petrolio russo. In Vaticano la bandiera ucraina esposta sul sagrato di San Pietro

In segno di solidarietà, ieri la bandiera dell’Ucraina è stata esposta sul sagrato di piazza San Pietro in Vaticano, in occasione di una preghiera per la pace presieduta dal cardinale Zuppi. Un gesto simbolico, ma dal forte impatto politico e spirituale, mentre in Ucraina si continua a combattere e a morire. Un violento attacco russo ha infatti colpito nella notte la città di Kharkiv, provocando almeno due morti e 54 feriti, tra cui otto bambini. L’attacco, definito “massiccio” dalle autorità ucraine, ha colpito un edificio di cinque piani nel distretto di Slobidskyi, scatenando un incendio che ha coinvolto oltre 15 appartamenti. Secondo quanto riferito dal sindaco Ihor Terekhov, si è trattato di 17 attacchi mirati su edifici residenziali. A rendere ancora più complessa la situazione, emerge un allarme legato all’uso delle reti mobili da parte dei droni russi, in particolare degli Shahed di fabbricazione iraniana: secondo esperti che analizzano i relitti, i droni sarebbero equipaggiati con SIM ucraine per trasmettere informazioni in tempo reale. Il parlamento ucraino valuta ora restrizioni temporanee ai servizi di telefonia mobile in aree sensibili.

Scambi di corpi e di prigionieri

L’attacco a Kharkiv è avvenuto poche ore dopo lo scambio di salme tra Russia e Ucraina. Mosca ha restituito i corpi di 1.212 soldati ucraini, mentre Kiev ha consegnato a sua volta 27 caduti russi. Lo scambio è frutto della seconda tornata di colloqui diretti a Istanbul, il 2 giugno. Secondo il caponegoziatore russo Vladimir Medinsky, da oggi inizieranno anche gli “scambi sanitari”, cioè la liberazione dei prigionieri feriti o gravemente malati, oltre a quelli sotto i 25 anni. Il gruppo ucraino responsabile del coordinamento dei prigionieri ha confermato che le operazioni di identificazione delle salme sono già in corso, ma non sono stati ancora diffusi dati precisi sul numero dei prigionieri liberati.

Raid anche su Odessa e Donetsk

Non solo Kharkiv. Nella notte tra il 10 e l’11 giugno la Russia ha colpito con droni anche la regione di Odessa. I raid hanno causato danni a case estive, automobili e imbarcazioni civili. Diversi incendi sono stati domati dai soccorritori. Non risultano vittime, ma si tratta del secondo attacco consecutivo in meno di 48 ore: lunedì notte un raid simile aveva colpito ospedali, un pronto soccorso e persino lo zoo cittadino. Nel villaggio di Raiske, nella regione di Donetsk, un altro attacco con droni ha provocato la morte di una donna di 69 anni. La sua abitazione è stata parzialmente distrutta e il suo corpo è stato estratto dai soccorritori tra le macerie.

Mosca: respinti gli attacchi ucraini in Russia

Nel frattempo, la Russia ha dichiarato di aver respinto un attacco con droni ucraini su due regioni centrali del proprio territorio: Tambov e Voronezh. A Kotovsk, frammenti di un drone abbattuto avrebbero provocato un incendio in una fabbrica di polvere da sparo, secondo fonti russe. Nella regione di Voronezh, le difese aeree avrebbero intercettato più di 15 droni.Dal canto suo, Kiev afferma di aver abbattuto 49 dei 85 droni russi lanciati durante la notte in attacchi su più fronti del Paese.

Tregua ancora lontana

Il segretario alla Difesa USA Pete Hegseth ha annunciato una riduzione dei fondi destinati all’assistenza militare all’Ucraina nel prossimo bilancio. Secondo Hegseth, “una soluzione negoziata è nell’interesse di entrambe le parti”. Il Cremlino ha colto la palla al balzo, dichiarando tramite il portavoce Dmitri Peskov che i negoziati con gli Stati Uniti sono già cominciati, ma senza grandi aspettative a breve termine: “Ci sono molte questioni irrisolte, ma il dialogo è iniziato e continuerà”. Da parte sua il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato in un’intervista che una tregua tra Russia e Ucraina non potrà arrivare prima della fine dell’anno. “La situazione è complicata – ha detto – e gli incontri di Istanbul non hanno prodotto risultati politici rilevanti, se non lo scambio di prigionieri”. Tajani ha ribadito il sostegno dell’Italia a tutte le iniziative di dialogo, ma ha espresso scetticismo sulle tempistiche di una vera soluzione.

L’Unione Europea stringe le sanzioni

Nel frattempo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato il diciottesimo pacchetto di sanzioni contro Mosca. Tra i nuovi provvedimenti spicca la proposta di abbassare il price cap sul petrolio russo da 60 a 45 dollari al barile. “Il tetto attuale non è più efficace, dobbiamo adattarlo alle condizioni di mercato”, ha spiegato von der Leyen.Il pacchetto prevede anche il divieto di transazioni con le banche che eludono le sanzioni e con i gasdotti russi, come il Nord Stream, oltre all’elenco aggiornato delle navi della “flotta ombra” usata da Mosca per esportare petrolio. La presidente della Commissione ha sottolineato che “la Russia non vuole la pace, ma la supremazia della forza. E la forza è l’unico linguaggio che comprende”. La proposta sarà discussa al vertice del G7 di questa settimana.

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