venerdì, 13 Giugno, 2025
Società

Export italiano in ripresa, ma con forti differenze tra le regioni

A trainare sono il Centro e il Nord-est, mentre Sud e Isole restano in difficoltà. Farmaceutica e trasporti spingono, ma alcuni settori chiave frenano.

Nel primo trimestre del 2025 le esportazioni italiane, secondo il rapporto ISTAT pubblicato ieri 11 giugno, tornano a crescere su tutto il territorio nazionale, anche se con intensità diverse. A trainare la ripresa sono soprattutto Sud e Isole, che segnano un aumento del 9,8% rispetto al trimestre precedente. Il Centro guadagna il 5,4%, il Nord-est il 2,8% e il Nord-ovest l’1,4%. Si tratta di dati “congiunturali”, cioè misurati in confronto al trimestre immediatamente precedente, e mostrano una ripartenza dell’economia italiana dopo mesi di incertezza.

Il confronto con lo scorso anno è meno omogeneo

Se si guarda però alla variazione rispetto allo stesso periodo del 2024, il quadro si complica. A livello nazionale le esportazioni crescono del 3,2%, ma questa media nasconde andamenti molto diversi. Il Centro Italia fa registrare un balzo del 7,9%, il Nord-est cresce dell’1,6%, mentre il Nord-ovest resta quasi fermo con un lieve calo dello 0,2%. Le performance peggiori arrivano dal Sud, che perde il 2,2%, e dalle Isole, che arretrano di quasi il 10%.

Chi sale e chi scende nella classifica regionale

Tra le regioni che trainano l’export ci sono Friuli-Venezia Giulia, con un impressionante +26,1%, il Lazio con +16,9%, la Valle d’Aosta con +11,8% e la Toscana con +8,2%. Al contrario, Sardegna, Marche, Basilicata, Molise e Puglia fanno segnare i peggiori risultati, con cali tra l’8 e il 17%. La Sardegna, in particolare, risente della flessione nel settore dei prodotti petroliferi, uno dei pilastri della sua economia.

La spinta arriva da farmaceutica e trasporti

A livello nazionale il settore farmaceutico si conferma il principale motore della crescita. Le esportazioni di farmaci e prodotti chimico-medicinali da Toscana, Lazio, Lombardia, Campania e Abruzzo hanno contribuito per 2,6 punti percentuali alla crescita complessiva. Anche il settore dei mezzi di trasporto, esclusi gli autoveicoli, ha avuto un ruolo importante grazie alle vendite da Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Sicilia, aggiungendo un ulteriore +1,5 punti percentuali. Al contrario, il calo di vendite di automobili da Piemonte, Campania e Abruzzo e di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna ha penalizzato l’export per un totale di 1,3 punti percentuali.

Boom di esportazioni verso Stati Uniti e Germania

Il Friuli-Venezia Giulia ha raddoppiato e oltre le sue vendite in Germania, con un incremento del 187%. Il Lazio ha registrato un +126% verso gli Stati Uniti e un +256% verso i paesi OPEC, ovvero il gruppo di Stati produttori di petrolio come Arabia Saudita e Iran. Anche la Lombardia ha visto un aumento delle esportazioni verso gli USA (+13,5%), mentre la Toscana ha rafforzato i rapporti con la Francia (+22,9%). Non mancano però segnali negativi, come il calo del 18,5% della Lombardia verso la Svizzera e il -36,3% della Toscana verso la Turchia.

Dove si cresce e dove si perde a livello locale

Analizzando i dati provincia per provincia, si distinguono in positivo città come Trieste, Firenze, Roma, Palermo e Arezzo. In sofferenza invece Gorizia, Siracusa, Cagliari, Siena e Torino. Si tratta di variazioni che, pur locali, hanno un impatto concreto sul totale nazionale, soprattutto quando si parla di territori industrializzati.

Una nuova piattaforma per seguire i dati

A partire dal 1° ottobre 2025 l’ISTAT introdurrà una nuova piattaforma online per consultare le statistiche sul commercio estero. Lo strumento sostituirà l’attuale Coeweb e permetterà una navigazione più interattiva, con la possibilità di costruire grafici, mappe e tabelle personalizzate. Una novità pensata per rendere più accessibili a tutti i dati sulle esportazioni italiane.

Un’Italia che esporta, ma a due velocità

Il bilancio di inizio anno conferma che l’Italia resta un Paese fortemente orientato all’export, ma con marcate differenze tra territori. Il Centro e il Nord-est trainano la ripresa grazie a settori ad alto valore aggiunto come la farmaceutica e la cantieristica navale. Al Sud e nelle Isole, invece, pesano le difficoltà di settori tradizionali e la minore diversificazione dell’economia.

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