La città di Graz è immersa nel dolore dopo la terribile sparatoria avvenuta in una scuola secondaria, dove un ex studente ha aperto il fuoco, uccidendo dieci persone prima di togliersi la vita. Questo drammatico episodio, considerato una delle peggiori stragi scolastiche nella storia dell’Austria, ha scosso profondamente la comunità locale e l’intero Paese. Secondo le ricostruzioni, il giovane attentatore, Artur A., 22 anni, è entrato nell’istituto armato di una pistola e di un fucile da caccia, sparando 40 colpi in due aule, una delle quali era la sua ex classe. Tra le vittime ci sono studenti e insegnanti, mentre almeno 28 persone sono rimaste ferite, quattro in condizioni critiche. Dopo l’attacco, il giovane si è tolto la vita in un bagno della scuola. La tragedia ha suscitato una forte reazione da parte delle autorità. Il cancelliere Christian Stocker ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, con bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio negli uffici pubblici. La polizia ha confermato che l’attentatore ha agito da solo, ma le indagini proseguono per chiarire il movente, che potrebbe essere legato a episodi di bullismo subiti durante gli anni scolastici. La sera successiva alla strage, migliaia di persone si sono radunate nel centro di Graz per una veglia commemorativa. Candele accese, fiori e messaggi di cordoglio hanno riempito la piazza principale, mentre il governatore della Stiria, Mario Kunasek, ha espresso vicinanza alle famiglie delle vittime. Anche il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio di solidarietà al governo austriaco. L’evento ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nelle scuole e sulla regolamentazione delle armi in Austria, dove il possesso di pistole e fucili da caccia è consentito con licenza. La comunità internazionale osserva con sgomento, mentre il Paese cerca di elaborare il lutto e trovare risposte a una tragedia che ha lasciato un segno indelebile.