giovedì, 12 Giugno, 2025
Esteri

Zelensky accusa Washington di debolezza verso Mosca, Kiev sotto attacco

315 attacchi di droni contro obiettivi civili, colpito un ospedale a Odessa, danneggiata la cattedrale di Santa Sofia. Ue approva il 18° pacchetto di sanzioni

Nella notte tra il 9 e il 10 giugno, l’Ucraina ha subito uno dei più intensi attacchi dall’inizio del conflitto. Secondo l’Aeronautica militare ucraina, la Russia ha lanciato sette missili – tutti abbattuti – e ben 315 droni, 284 dei quali sono stati neutralizzati o intercettati. Tra i bersagli colpiti, un ospedale a Odesa e la Cattedrale di Santa Sofia a Kiev, simbolo della spiritualità e dell’identità nazionale ucraina, danneggiata per la prima volta dall’inizio della guerra.. La cattedrale, risalente all’XI secolo e inserita nella lista dei beni Unesco, ha subito danni al cornicione dell’abside principale. Il ministro della Cultura Tochytskyi ha parlato di “attacco al cuore dell’identità ucraina”, mentre il vicedirettore del sito ha sottolineato come i droni russi a bassa quota siano ormai una minaccia costante sulla capitale. Contemporaneamente, in un’intervista al sito ungherese Válasz Online, il presidente Zelensky ha parlato apertamente del memorandum ucraino come base per i negoziati con Mosca, specificando però che la sovranità nazionale non è negoziabile: “Non riconosceremo mai i territori occupati come russi, neanche de jure”. Zelensky ha ribadito la necessità di “mediatori forti”, accusando gli Stati Uniti di aver abbandonato i colloqui di Istanbul e lasciato che la Russia li sabotasse: “I russi hanno detto che gli americani non dovevano essere al tavolo e se ne sono andati. Gli USA non hanno ancora dimostrato di essere un mediatore forte”. Sul premier ungherese Viktor Orbán, Zelensky è netto: “La sua politica è anti-ucraina e antieuropea. La sfrutta per fini interni, ma non rappresenta l’Ungheria intera”.

Scambio di prigionieri

Zelensky ha annunciato l’avvio della prima fase di uno scambio di prigionieri con la Russia, concordato a Istanbul. “Seguiranno altre fasi”, ha detto. Tuttavia, lo scambio delle salme dei soldati resta in sospeso: il Cremlino ha fatto sapere che Mosca è pronta da giorni, ma “si stanno ancora confrontando le cifre”. Nel frattempo, Zelensky ha ringraziato i soldati impegnati nelle aree più calde del conflitto, in particolare Pokrovsk e il confine di Sumy: “Le tattiche russe sono sempre le stesse: ignorare le perdite e avanzare. Ma il loro potenziale non è infinito”.

Ue rilancia le sanzioni

Dall’Europa arrivano nuove pressioni su Mosca. La commissaria Ue Kaja Kallas ha presentato il 18° pacchetto di sanzioni, sottolineando l’efficacia delle misure economiche: “La Russia ha perso decine di miliardi di entrate petrolifere, il suo fondo sovrano è sceso da 42 a 36 miliardi in un mese. Ogni giorno che la guerra continua, il prezzo per Mosca deve aumentare”. Il ministro degli Esteri ucraino Sybiha ha chiesto sanzioni “devastanti” senza ulteriori rinvii, con particolare attenzione ai settori energetico, bancario e alle sanzioni secondarie: “Non servono solo a noi, ma anche ai nostri partner”. Dal vertice europeo sulla difesa a Bruxelles, il commissario Andrius Kubilius ha lanciato l’allarme: “Putin non aspetterà che l’Europa metta ordine nella sua burocrazia. Dobbiamo prepararci subito: viviamo in tempo di guerra”. Il commissario ha annunciato proposte per facilitare gli appalti congiunti in ambito militare e garantire maggiore flessibilità agli Stati membri. “La nostra capacità di difesa non è sufficiente. Dobbiamo prepararci a sostituire le capacità americane che si stanno ritirando dal continente”.

Nato: l’ingresso dell’Ucraina è confermato

Il nuovo segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha ribadito che il percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Alleanza “è irreversibile”, anche se potrebbe non essere menzionato nel documento finale del vertice dell’Aja. “Le conclusioni devono essere concise: non serve ripetere ogni impegno già espresso”, ha dichiarato.

Rifugiati ucraini in Europa: 4,26 milioni accolti, impatto positivo in Polonia

Secondo i dati Eurostat aggiornati ad aprile, l’Unione Europea ospita oltre 4,26 milioni di rifugiati ucraini, di cui 1,2 milioni in Germania e quasi un milione in Polonia. Il 98,4% ha cittadinanza ucraina, e il 76% è costituito da donne e minori. Un rapporto congiunto di UNHCR e Deloitte rivela che i rifugiati hanno avuto un impatto positivo sull’economia polacca, aumentando il PIL del 2,7% nel 2024. “Hanno contribuito più di quanto abbiano ricevuto”, ha dichiarato Kevin J. Allen dell’UNHCR. Tuttavia, solo un terzo dei rifugiati laureati svolge un lavoro adeguato al proprio titolo di studio, e le difficoltà linguistiche restano un ostacolo.

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