venerdì, 6 Giugno, 2025
Esteri

Olanda: il governo crolla dopo l’uscita di Geert Wilders dalla coalizione

Con il ritiro del sostegno da parte di Geert Wilders, leader dell’estrema destra nonché capo del Partito per la Libertà (PVV), la crisi politica nei Paesi Bassi ha raggiunto un punto di rottura senza precedenti, culminando nella caduta del governo guidato dall’indipendente Dick Schoof. Wilders ha annunciato la sua decisione attraverso un post su X, dove ha duramente accusato la coalizione governativa di non aver rispettato gli accordi stringenti sulla politica migratoria, che includevano misure più severe per i richiedenti asilo e la espulsione immediata dei cittadini con doppia cittadinanza condannati per reati gravi. Questa sua scelta ha scatenato reazioni da parte degli altri partiti della coalizione, con la leader del VVD, Dilan Yesilgöz, che ha definito l’azione di Wilders “irresponsabile” e dannosa per la stabilità del governo. Il governo Schoof, entrato in carica da meno di un anno e già fragile dopo una riunione straordinaria dedicata alla gestione della migrazione, ha subito un duro colpo con la rottura definitiva con Wilders, aprendo così una fase di incertezza politica in uno dei principali paesi esportatori e motori economici dell’Unione Europea. La crisi politica si manifesta a poche settimane dal summit NATO previsto all’Aia per il 24 e 25 giugno, aumentando le preoccupazioni riguardo la stabilità politica e la capacità del governo olandese di mantenere la coesione in un momento così delicato. Gli analisti politici prevedono elezioni anticipate, nonostante il PVV resti in testa nei sondaggi elettorali. Wilders, soprannominato il “Trump olandese” per le sue posizioni fortemente anti-immigrazione e il suo stile comunicativo diretto e provocatorio, ha costruito la sua carriera politica su queste tematiche, e la sua uscita dal governo potrebbe rafforzare ulteriormente la sua base elettorale, galvanizzando i suoi sostenitori più fedeli.

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