Tema e problemi emersi dai dati Istat sono centrati così da Confcommercio: l’inflazione rallenta, la spesa no. Segnali contraddittori che la confederazione interpreta così “Resta l’incertezza ma si può sperare per il resto dell’anno”. Un auspicio che parte dai numeri, a maggio l’inflazione si ferma all’1,7%; nel contempo crescono i prezzi di alimentari e beni di uso quotidiano: +3,1% su base annua. In calo energia e trasporti.
Prezzi della spesa in aumento
Dopo un aprile ancora segnato da rincari diffusi, l’inflazione italiana tira il fiato. “A maggio”, fa presente la Confederazione, “le stime preliminari dell’Istat i prezzi al consumo non sono aumentati rispetto ad aprile e su base annua crescono dell’1,7%, in rallentamento rispetto al +1,9% del mese scorso. Se il dato generale si stabilizza, le famiglie continuano invece a fare i conti con un aumento dei prezzi nel carrello della spesa: alimentari, prodotti per la casa e per la cura della persona sono saliti del 3,1% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, in accelerazione rispetto al +2,6% di aprile”.
Prezzi chi sale e chi scende
Il rallentamento dell’inflazione nella analisi dei dati dell’Istat è legato soprattutto al calo dei prezzi dell’energia: quelli regolamentati (come gas ed elettricità soggetti a tariffe) sono saliti, sì, ma meno rispetto ad aprile (+29,1% contro +31,7%), mentre quelli non regolamentati (come carburanti e gasolio) sono addirittura scesi del 4,3%.
In frenata anche i prezzi di frutta, verdura e altri alimenti freschi (+3,7% da +4,2%), così come quelli di alcuni servizi legati al tempo libero e ai trasporti. Ma non tutto va nella stessa direzione: i prodotti alimentari lavorati hanno visto un’accelerazione marcata, passando da un +2,2% a un +3,2% annuo. Di contro l’inflazione resta stabile
“L’inflazione acquisita per il 2025, cioè quella che si registrerebbe anche se nei prossimi mesi i prezzi restassero fermi, è pari al +1,4% per l’indice generale e al +1,6% per la componente di fondo”.
Dati tra ottimismo e incertezza
Secondo il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, “l’azzeramento dall’inflazione congiunturale a maggio è un ulteriore testimonianza del buon funzionamento del sistema produzione, ingrosso, distribuzione dei beni e dei servizi finali”, malgrado i dati che impongono un maggiore ottimismo altri aspetti destano preoccupazione. “Permangono gravi indizi d’incertezza”, osserva il direttore dell’Ufficio Studi, “ma, nel complesso, si può ben sperare per il prosieguo dell’anno, attraverso il consolidarsi dei positivi segnali emersi sul versante della fiducia che si tradurrebbe nella riattivazione del normale circuito reddito-consumi”.