Oggi, 2 giugno 2025, a Istanbul, si apre un nuovo round di colloqui tra Russia e Ucraina, ma il clima è tra i più tesi dall’inizio della guerra. Mentre le delegazioni sono in volo verso la Turchia, sul terreno si combatte con ferocia e i fronti si moltiplicano. Kiev conferma la partecipazione con parole nette: “Sarà il ministro della Difesa Rustem Umerov a guidare la nostra delegazione”, ha annunciato ieri il presidente Volodymyr Zelensky. La richiesta ucraina è chiara: cessate il fuoco totale, liberazione dei prigionieri e rientro dei bambini deportati in Russia. “Solo i leader possono risolvere le questioni chiave”, ha ribadito Zelensky, rilanciando la proposta di un summit ad alto livello. Ma la fiducia scarseggia. Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha denunciato che Mosca non ha inviato alcun memorandum ai mediatori, smentendo le anticipazioni di RIA Novosti secondo cui la delegazione russa presenterà una proposta formale di pace. “Nessun documento, solo missili, bombe e droni”, ha detto Sybiha, sottolineando che gli attacchi russi si sono intensificati alla vigilia del vertice.
472 droni, 40 bombardieri, missili su Kiev
Nella notte tra sabato e domenica, la Russia ha scatenato l’offensiva aerea più massiccia dall’inizio dell’invasione: secondo le autorità ucraine, sono stati lanciati 472 droni e 7 missili, colpendo in particolare la capitale Kiev. È un numero mai raggiunto prima. L’aeronautica ucraina sostiene di averne abbattuti 385. Mosca ha colpito anche un campo di addestramento ucraino, provocando la morte di 12 soldati. L’Ucraina, dal canto suo, ha reagito duramente: secondo fonti russe, un attacco con droni avrebbe distrutto fino a 40 bombardieri nelle retrovie del territorio russo. Le incursioni sono arrivate persino nella regione artica, a seimila chilometri dal confine ucraino.
Sabotaggi e accuse incrociate
Non solo cieli infuocati: anche a terra la tensione esplode. Nella notte di sabato, due ponti sono stati fatti saltare in aria in territorio russo, nelle regioni di Bryansk e Kursk, provocando 7 morti e 69 feriti. Uno dei ponti è esploso mentre un treno passeggeri con quasi 400 persone a bordo lo stava attraversando. L’altro è stato colpito poche ore dopo, interrompendo la circolazione ferroviaria e invadendo la strada con rottami. Le autorità russe parlano apertamente di attentati coordinati da sabotatori ucraini. Anche il Comitato Investigativo ha avviato un’indagine per terrorismo. Kiev non ha rivendicato, ma la resistenza partigiana ucraina del gruppo Atesh ha invece annunciato un sabotaggio ferroviario nell’Ucraina occupata, bloccando una linea chiave per i rifornimenti verso Mariupol.Nel frattempo, Mosca rivendica la conquista di Alekseevka, nella regione ucraina di Sumy. Le forze russe, dopo aver espulso gli ucraini dalla regione russa di Kursk, intendono ora creare una “zona di sicurezza” lungo il confine.
Duro monito di Pompeo. Trump “deluso”
Sul fronte diplomatico, l’ex segretario di Stato Mike Pompeo ha lanciato un duro avvertimento: “Riconoscere la Crimea come russa sarebbe un errore epocale”. Parlando a Odessa, Pompeo ha criticato apertamente una parte del Partito Repubblicano statunitense che, secondo lui, “ha tradito l’interesse nazionale”.Il presidente Donald Trump, che cerca di promuovere un piano di pace, si è detto “deluso” per i continui attacchi russi, che ieri hanno causato altre otto vittime civili, tra cui una bambina. Il senatore repubblicano Lindsey Graham, da Kiev, ha avvertito: “Se il vertice di Istanbul fallisce, il Congresso è pronto a colpire Mosca con durezza”. Nessuna fiducia, insomma, nelle intenzioni del Cremlino: “Putin non vuole davvero negoziare, vuole solo guadagnare tempo”, ha dichiarato Graham. Intanto da Mosca arriva la conferma che un incontro diretto tra Putin e Trump “non è ancora in agenda”. Lo ha dichiarato il consigliere del Cremlino Yury Ushakov: “Potrà avvenire solo se ci saranno risultati concreti da discutere. Serve una preparazione seria”.
Londra rilancia: sei nuove fabbriche di armi e avvertimento a Mosca
Anche Londra alza la voce. Oggi il ministro della Difesa britannico John Healey presenterà la nuova Strategic Defence Review, con investimenti per 1,5 miliardi di sterline e la creazione di 1.800 posti di lavoro. “È un messaggio chiaro a Mosca: siamo pronti a combattere, se necessario”, ha detto Healey, precisando che la Gran Bretagna si prepara a una “nuova era di minacce”, che include Russia e Cina. Il rapporto definirà nuovi piani per rafforzare la sicurezza nazionale e sarà accompagnato da un’esercitazione congiunta NATO nei mari del Nord. “La deterrenza si costruisce anche con la forza. E noi saremo pronti”, ha concluso Healey.