lunedì, 2 Giugno, 2025
Esteri

Raid russi si intensificano, Kiev teme un’offensiva a Sud

Tra le vittime una bimba di 9 anni. La Russia subisce 14 feriti in un attacco ucraino nel Kursk

Una nuova ondata di violenza ha colpito l’Ucraina ieri, con attacchi russi concentrati nelle regioni di Donetsk, Zaporizhzhia e Sumy. A Zaporizhzhia, una bambina di nove anni ha perso la vita a seguito di un bombardamento, mentre un sedicenne è rimasto ferito. In totale, almeno otto civili sono morti nei raid di Mosca nelle ultime 24 ore. Il comando ucraino teme che si stia preparando un’offensiva di più ampia portata nella regione meridionale, già pesantemente colpita. “Le truppe russe stanno rafforzando le loro azioni offensive a sud, in particolare a Zaporizhzhia,” ha dichiarato il comandante in capo ucraino, Oleksandr Syrsky, prefigurando scenari critici per un esercito ucraino provato e con risorse ridotte. La pressione non si ferma a sud. A Sumy, al confine con la Russia, oltre 500 residenti sono stati evacuati dopo una serie di attacchi che hanno provocato almeno due morti. Le autorità ucraine parlano di minaccia costante e hanno ordinato evacuazioni obbligatorie in 213 insediamenti. “Chi resta rischia la vita,” ha ammonito Oleh Hryhorov, governatore della regione. Nel frattempo, l’aeronautica ucraina ha annunciato di aver abbattuto nella notte 69 droni russi Shahed, di fabbricazione iraniana, su un totale di 107 lanciati, oltre a tre missili balistici guidati Kh-59/69. L’attacco, che ha interessato 13 località, ha colpito in particolare Kharkiv, Donetsk e Sumy. Dall’altra parte del confine, Mosca ha denunciato un attacco ucraino nella regione russa di Kursk. Secondo quanto riferito dal governatore Alexander Khinshtein, 14 persone, tra cui alcuni minori, sarebbero rimaste ferite in seguito a un’azione con droni nei distretti di Lgovsky e Rylsky.

Zelensky parla con Erdogan

Sul piano diplomatico, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto un colloquio telefonico “proficuo e significativo” con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan. Tra i temi discussi, la possibilità di un nuovo vertice a Istanbul e l’ipotesi di un incontro a quattro con Russia, Turchia, Stati Uniti e Ucraina. Erdogan ha ribadito l’impegno della Turchia per favorire un cessate il fuoco e rilanciare i colloqui di pace. “Un incontro non può essere vuoto,” ha detto Zelensky, che ha ringraziato Erdogan per il suo sostegno all’integrità territoriale ucraina. A sostenere la necessità di una tregua anche Andrij Jermak, capo dell’Ufficio presidenziale ucraino, che ha rivelato come Kiev sia pronta a un cessate il fuoco sin da marzo. Ha però avvertito che “non si può permettere al Cremlino di usare il linguaggio della pace come copertura per nuove offensive”.

Usa, Europa e la fine della guerra

Mentre a Kiev si cerca una via negoziale, negli Stati Uniti si continua a discutere di sanzioni. Il senatore repubblicano Lindsey Graham ha annunciato che la prossima settimana il Senato statunitense valuterà un nuovo pacchetto contro la Russia, dopo un incontro con Zelensky. Anche Donald Trump, che si prepara a un eventuale ritorno alla Casa Bianca, ha preso posizione: durante una conferenza stampa, ha definito sia Putin sia Zelensky “molto testardi”, lasciando trasparire un certo distacco critico da entrambe le parti. Dal forum Shangri-La di Singapore, l’Alta rappresentante dell’UE Kaja Kallas ha accolto con ironia le pressioni statunitensi per maggiori spese militari da parte dell’Europa. “È amore severo, ma è comunque amore,” ha dichiarato con un sorriso, riferendosi alle parole del segretario alla Difesa USA, Pete Hegseth. Kallas ha poi respinto l’idea che l’Europa debba concentrarsi solo sul proprio continente, ricordando come le minacce asiatiche e quelle europee siano ormai “interconnesse”. Sul fronte tedesco, il ministro degli Esteri Johann Wadephul ha ammesso in un’intervista alla Süddeutsche Zeitung che il conflitto non si risolverà con la capitolazione della Russia: “Era chiaro fin dall’inizio che la guerra sarebbe terminata con un negoziato. Ora siamo solo un po’ più onesti con noi stessi”. Parole che hanno scatenato l’ira di Dmitry Medvedev. L’ex presidente russo, oggi vicepresidente del Consiglio di sicurezza, ha replicato con toni sarcastici: “Un vampiro di nome Wadephul dice che non sconfiggeremo la Russia perché ha le atomiche. Bene, noi invece non vediamo l’ora che la Germania crolli per le sue politiche stupide”.

Il Cremlino sbeffeggia Macron: “Uno schiaffo non arriva per caso”

Non sono mancati toni grotteschi anche sul fronte della comunicazione russa. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, è intervenuto in modo poco diplomatico sul presunto schiaffo dato da Brigitte Macron al marito Emmanuel durante un volo presidenziale. “Una moglie non schiaffeggia il marito senza motivo”, ha dichiarato ironicamente, aggiungendo che “non sono affari nostri, ma il motivo ci sarà di certo”. L’episodio, riportato dai media russi e rimbalzato sulle piattaforme social, è stato strumentalizzato da Mosca per colpire l’immagine pubblica del presidente francese, già criticato per le sue posizioni sul conflitto.

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