Italia e Spagna fanno fronte comune sulla gestione dei flussi migratori e rilanciano una strategia condivisa in ambito europeo. È quanto emerso dall’incontro tra il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il suo omologo spagnolo Fernando Grande-Marlaska Gómez, svoltosi nella capitale spagnola. Un confronto che ha messo in evidenza la forte convergenza di vedute tra Roma e Madrid su uno dei temi più delicati dell’agenda europea: l’immigrazione. “Italia e Spagna, per la loro collocazione geografica, rivestono un ruolo centrale nelle politiche migratorie dell’Unione Europea”, ha dichiarato Piantedosi, sottolineando come i due Paesi abbiano sviluppato una collaborazione solida e continuativa con i Paesi di origine e transito dei migranti.
Al centro del colloquio, la necessità di rafforzare il contrasto alle reti criminali che gestiscono la tratta di esseri umani. “Abbiamo piena intesa con il ministro Grande-Marlaska sulla necessità di colpire duramente i trafficanti, che mettono a rischio la vita dei migranti”, ha detto Piantedosi. L’obiettivo condiviso è quello di sviluppare un approccio equilibrato, che affianchi la tutela dei diritti umani a politiche di contenimento e regolarizzazione dei flussi.
Fronte comune contro i trafficanti
Un impegno che, secondo il ministro italiano, deve passare anche da un’azione europea coordinata, valorizzando le relazioni bilaterali con i Paesi terzi. “Italia e Spagna intendono mettere a sistema le esperienze e i rapporti sviluppati con i Paesi di origine e transito, all’interno di una cornice europea che garantisca unità di intenti e strumenti operativi efficaci”, ha affermato Piantedosi. Particolare attenzione è stata riservata al ruolo dell’Agenzia europea per la guardia di frontiera e costiera (Frontex). Secondo il titolare del Viminale, è indispensabile rafforzare l’efficacia operativa dell’agenzia, non solo potenziando i mezzi e il personale, ma anche ampliandone il mandato.
“In particolare – ha spiegato – Frontex dovrebbe poter organizzare direttamente i rimpatri volontari assistiti e sviluppare nuovi modelli di contrasto dell’immigrazione irregolare, con un focus specifico sull’area pre-frontiera, ovvero le regioni di partenza e transito, dove è possibile intervenire in anticipo per interrompere le rotte illegali”.
L’area Schengen
Piantedosi ha anche evidenziato la necessità di ripristinare il pieno funzionamento dell’area di Schengen, messa a dura prova negli ultimi anni da flussi incontrollati, crisi sanitarie e tensioni geopolitiche. “Per tornare a un normale funzionamento della libera circolazione nell’UE serve un maggiore impegno politico e operativo da parte di tutti gli Stati membri”, ha sottolineato.