Una corte federale statunitense ha deciso di sospendere temporaneamente i dazi imposti dal presidente Donald Trump, stabilendo che il leader della Casa Bianca non possiede l’autorità legale per imporre tariffe globali senza l’esplicita approvazione del Congresso. La sentenza, emessa dalla US Court of International Trade, ha scatenato una forte reazione da parte dell’amministrazione Trump, che ha annunciato immediatamente l’intenzione di presentare ricorso. Secondo i giudici, la legge invocata, ovvero l’International Emergency Economic Powers Act del 1977, non conferisce al presidente il potere di imporre dazi su vasta scala e senza limiti. La Casa Bianca ha definito la decisione un vero e proprio “colpo di stato giudiziario”, sostenendo con fermezza che il presidente ha il diritto di proteggere l’economia americana attraverso misure straordinarie e urgenti. La sentenza ha avuto un impatto immediato e rilevante sui mercati finanziari, con un significativo aumento dei future di Wall Street e un contemporaneo rafforzamento del dollaro sul mercato valutario. Nel frattempo, la Cina ha chiesto con insistenza agli Stati Uniti di revocare tutti i dazi unilaterali, mentre le trattative commerciali tra Washington e Pechino continuano a essere incerte e difficili da prevedere. L’amministrazione Trump ha già avviato il processo di appello, e il caso potrebbe arrivare fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti, con potenziali conseguenze molto importanti per l’economia globale. Mentre il dibattito legale e politico prosegue, il futuro delle politiche commerciali statunitensi rimane estremamente incerto, con il rischio concreto di ulteriori tensioni e conflitti a livello internazionale.
