venerdì, 30 Maggio, 2025
Attualità

Mattarella ai magistrati: “Il rigore morale è la vera forza della giustizia”

Il Capo dello Stato richiama le toghe in tirocinio al Quirinale all’imparzialità e alla responsabilità: “Nessun potere è senza limiti, anche sui social serve irreprensibilità”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'incontro con i Magistrati ordinari in tirocinio nominati con D.M. 15/04/2024 e D.M. 22/10/2024
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con i Magistrati ordinari in tirocinio nominati con D.M. 15/04/2024 e D.M. 22/10/2024

In un periodo storico caratterizzato da aspri scontri di potere, attacchi strumentali alla magistratura e un acceso dibattito sul ruolo dei giudici nella società contemporanea, Sergio Mattarella ha offerto alle nuove generazioni di togati una profonda lezione sulla funzione della giustizia e le responsabilità etiche ad essa connesse. Ricevendo al Quirinale i magistrati ordinari in tirocinio, il Presidente della Repubblica ha voluto sottolineare non solo la nobiltà della funzione giurisdizionale, ma anche il suo delicato equilibrio istituzionale, la necessità di rigore morale e la consapevolezza della propria esposizione al giudizio pubblico. “Integrità morale e alta competenza professionale”, ha detto, “rappresentano la risposta più efficace agli attacchi strumentali volti a indebolire il ruolo della giurisdizione e ad aumentare in modo improprio la tensione tra le istituzioni. Appartenere all’ordine giudiziario impone un alto senso di responsabilità. È da questa osservanza che dipende la credibilità stessa della giustizia”.

La Costituzione come faro

Mattarella ha ribadito il fondamento costituzionale dell’attività giudiziaria, evidenziando come questa non sia esercitata in autonomia per privilegio, ma per mandato democratico e giuridico: “L’esercizio della giustizia è affidato alla magistratura dalla Costituzione, che persegue l’obiettivo di mantenere l’equilibrio tra i vari organi dello Stato. Nessun potere è esente da vincoli e controlli. Neppure la sovranità popolare è assoluta: viene esercitata nelle forme e nei limiti stabiliti dalla Carta”. Si tratta di un principio che ricorre spesso nei richiami del Capo dello Stato e che in questa circostanza assume un valore particolare, rivolgendosi a giovani magistrati che entrano in servizio in un tempo di grandi complessità sociali e istituzionali. Controllo, equilibrio e responsabilità sono i pilastri della giustizia democratica.

“Irreprensibili anche sui social network”

L’imparzialità della magistratura è un valore essenziale, sia nella sostanza che nell’apparenza. Il Presidente Mattarella ha sottolineato con vigore come i giudici debbano mostrarsi irreprensibili, anche nell’uso dei social network, poiché ogni loro comportamento discutibile rischierebbe di incrinare la fiducia dei cittadini nella giustizia. L’etica della funzione giudiziaria non ammette deroghe, nemmeno nel privato. Essa va preservata ogni giorno, in maniera invisibile ma determinante. Proprio come la dea bendata della giustizia, che incarna l’imparziale valutazione delle parti attraverso la bilancia, i magistrati devono assicurare decisioni libere da pressioni esterne e preconcetti.

Il Presidente ha inoltre messo in guardia da un fraintendimento comune: la legittimazione della magistratura non dipende dal consenso popolare sulle singole sentenze, bensì dalla credibilità del sistema. I giudici sono tenuti ad accertare i fatti e applicare la legge, senza cercare approvazioni esterne.

Poi Mattarella ha ricordato che il sapere giuridico va oltre i meri aspetti tecnici, richiedendo sensibilità e discernimento umano. Le decisioni incidono sulla vita delle persone: per questo l’Intelligenza Artificiale non potrà mai sostituire il ruolo insostituibile dei magistrati.

In chiusura, il Presidente della Repubblica ha voluto ribadire la fiducia dello Stato nelle proprie istituzioni, annunciando anche un colloquio con il Capo della Polizia che si terrà nella mattinata di oggi, per riconfermare che le forze dell’ordine “agiscono nel rispetto democratico e nei valori fondanti della Costituzione”.

Il legame intricato tra istituzioni e popolo

Ieri Mattarella ha voluto ricordare momenti simbolici e ferite del passato della Repubblica. In particolare, ha reso omaggio alla memoria delle vittime della strage di Piazza della Loggia, il cui anniversario cadeva: “La bomba di Brescia, parte della strategia eversiva, fu un attacco al cuore dello Stato. Ma le istituzioni e la società reagirono con fermezza. La verità giudiziaria, anche se tardiva, è oggi un contributo essenziale alla vita democratica. Il ricordo è un dovere civile”. Il riferimento alla strage del 1974 si intreccia perfettamente al messaggio trasmesso ai magistrati in formazione: la giustizia non è un esercizio distaccato, ma una responsabilità viva nella storia del Paese.

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