giovedì, 29 Maggio, 2025
Esteri

Germania toglie i limiti d’uso alle armi ucraine, Mosca reagisce con raid record

Mosca: "I Taurus bruceranno come i Leopard"

Una nuova fase del conflitto in Ucraina si è aperta ieri con la decisione della Germania di togliere ufficialmente le restrizioni all’uso delle armi fornite all’Ucraina, autorizzandone l’impiego contro obiettivi anche in territorio russo. A renderlo noto è stato il cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha precisato: “Si tratta di una scelta presa da tempo anche da altri Paesi: oggi l’Ucraina ha il diritto di colpire oltre i propri confini per difendersi davvero”. Secondo Merz, chi si limita a respingere un attacco senza colpire le basi del nemico non può avere una reale capacità difensiva. Ma a Mosca la svolta tedesca è stata percepita come una provocazione diretta: “I Taurus bruceranno come i Leopard”, ha minacciato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Il Cremlino ha parlato di una decisione “abbastanza pericolosa” e ha chiesto con urgenza una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per denunciare le “azioni destabilizzanti” di alcuni Stati europei.

Raid record di droni nella notte

In un clima già surriscaldato, Mosca ha lanciato nella notte tra domenica e lunedì un attacco senza precedenti: 355 droni e nove missili da crociera sono stati indirizzati verso il territorio ucraino, secondo quanto riferito dall’aeronautica di Kiev. Si tratta del numero più alto registrato dall’inizio dell’invasione nel febbraio 2022. Le difese ucraine sono riuscite ad abbattere i nove missili e 233 droni, mentre altri 55 sono precipitati senza causare danni grazie alla guerra elettronica. Tuttavia, cinque obiettivi sono stati colpiti direttamente, e in altri dieci casi sono stati i frammenti dei droni abbattuti a provocare danni. Il presidente russo Vladimir Putin ha giustificato l’azione dichiarando che “la Russia è stata costretta a reagire alla situazione creata in Ucraina”, affermando che non è stato il suo paese a “organizzare un colpo di Stato sanguinoso” a Kiev.

Trump valuta sanzioni

Sul fronte occidentale, si segnala un nuovo possibile intervento di Donald Trump, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal: il presidente USA starebbe valutando nuove sanzioni contro Mosca, spinto dall’irritazione per i continui attacchi russi e per la lentezza dei negoziati di pace. Le misure potrebbero escludere il settore bancario, ma includere pressioni su Putin per un cessate il fuoco di 30 giorni. Il Cremlino, per ora, minimizza. Il portavoce Dmitry Peskov ha assicurato che le critiche di Trump non interferiranno con i colloqui in corso tra Mosca e Washington per un nuovo scambio di prigionieri. “La volontà politica per attuare gli accordi c’è”, ha detto Peskov. Anche il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha confermato l’interesse di Trump ai negoziati, sottolineando che “questa guerra non è mai stata sua” e che fu lui, insieme a Putin, a promuovere i primi contatti.

Scambio di prigionieri e guerra aerea

Proprio mentre le ostilità si intensificano, è avvenuto il primo scambio di prigionieri in proporzioni significative: mille per parte, risultato dei colloqui diretti tra Kiev e Mosca, i primi dal 2022. Ma il conflitto continua anche nei cieli russi: il ministero della Difesa di Mosca ha dichiarato di aver intercettato 99 droni ucraini tra ieri sera e questa mattina. Le regioni colpite includono Belgorod (56 droni abbattuti), Voronezh (25), Vladimir (7), Kaluga (5), Tula (4), Rostov e Lipetsk (1 ciascuna). L’attacco, su scala mai vista prima, ha innescato nuove richieste di protezione da parte delle autorità locali e ulteriori preoccupazioni per l’estensione del conflitto oltre i confini ucraini.

La pace resta un enigma

Nonostante le escalation militari, Mosca continua a inviare segnali ambigui sul piano diplomatico. Il portavoce Peskov ha ammesso che il processo di pace è “complesso” e richiede tempo, ma che il lavoro prosegue. Anche Lavrov ha ribadito la disponibilità russa a trattare, sostenendo che “sono gli sponsor europei del regime di Kiev” a voler impedire una soluzione negoziata. Per contrastare questa narrazione, la Russia ha chiesto una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza ONU per il 30 maggio, accusando l’Europa di bloccare deliberatamente ogni iniziativa pacifica. Secondo Dmitry Polyansky, rappresentante russo all’ONU, “alcuni Stati europei stanno creando minacce alla pace e alla sicurezza internazionale”.

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