giovedì, 29 Maggio, 2025
Attualità

Meloni: “L’Europa rimuova i dazi interni, basta ostacoli alla crescita”

Il Premier si rivolge agli industriali: “Pensate in grande perché io farò lo stesso”. Opposizioni all’attacco. E Orsini lancia un piano industriale straordinario da 8 miliardi l’anno

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il Presidente degli industriali Emanuele Orsini
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il Presidente degli industriali Emanuele Orsini

Un’Europa meno autoreferenziale e più competitiva, un’Italia pronta a credere di più nelle sue potenzialità produttive, un’industria che chiede risposte rapide su costi energetici, semplificazione e nuove infrastrutture. È questo il cuore del messaggio emerso ieri dall’assemblea annuale di Confindustria, tenutasi quest’anno a Bologna, alla presenza di Giorgia Meloni e del Presidente degli industriali Emanuele Orsini. Un’assemblea intensa, segnata da una convergenza d’intenti mai scontata tra governo e impresa: da una parte, l’appello di Orsini per un “piano industriale straordinario”, dall’altra l’impegno del Presidente del Consiglio a dare continuità alle riforme, rassicurando sulle intenzioni dell’esecutivo: “Non ci tireremo indietro, vogliamo continuare su questa strada con coraggio”.

“Abbiamo rimesso l’Italia al centro”

Giorgia Meloni interviene all'Assemblea di Confindustria
Giorgia Meloni interviene all’Assemblea di Confindustria

Nel suo intervento Meloni ha lanciato un messaggio inequivocabile a Bruxelles: “L’Europa deve avere il coraggio di rimuovere quei dazi interni che si è autoimposta negli anni. Il rilancio del mercato unico è la miglior risposta a ogni tentazione protezionistica”. Parole che toccano un nervo scoperto per molte imprese italiane, spesso costrette a fare i conti con ostacoli regolamentari interni al mercato europeo che rallentano la circolazione di beni, servizi e capitali. “L’iper-regolamentazione ha soffocato il nostro sviluppo. L’Europa deve tornare ad essere la patria del diritto romano, non una macchina che produce 400 km di gazzette ufficiali”, ha incalzato Meloni.
Nel suo discorso, il Primo Ministro ha anche ricordato il percorso intrapreso in questi primi mesi di legislatura, rivendicando il ritorno dell’Italia sulla scena internazionale: “Abbiamo restituito a questa nazione la centralità che meritava. E ora dobbiamo continuare: serietà, visione e sviluppo sono i nostri pilastri”.
Significativo anche il passaggio sul dialogo con gli Stati Uniti: “I nostri destini sono interconnessi. Quando sono stata a Washington ho proposto un incontro a Roma tra Ue e Usa. Il primo si è tenuto il 18 maggio. È un dialogo che va portato avanti con buon senso”. Un rafforzamento dell’asse euro-atlantico che Meloni considera prioritario non solo sul piano geopolitico, ma anche economico e commerciale.

“Serve un patto nuovo”

Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria
Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria

Dal palco di Confindustria, Emanuele Orsini ha esordito con un appello diretto e senza giri di parole: “Siamo in ritardo, ma non è troppo tardi. Serve un piano industriale straordinario. E serve adesso”. Otto miliardi di euro l’anno da qui al 2028 per infrastrutture, innovazione e competitività. Una proposta strutturata su tre pilastri: investimenti, semplificazione e coesione. Orsini ha chiesto un’alleanza tra forze politiche e sociali, “industria e servizi, maggioranza e opposizione, sindacati e istituzioni”, per cambiare la rotta di un’industria che è reduce da due anni consecutivi di calo della produzione. “Troppo spesso i successi delle imprese vengono attribuiti a strategie pubbliche che non ci sono mai state. Ma le nostre aziende hanno dimostrato di poter competere. Ora serve uno sguardo lungo”, ha spiegato.
Sul tavolo dell’assemblea, i nodi strategici per il futuro dell’impresa italiana. A partire dal caro energia: “È una questione urgente”, ha ammesso Meloni. “Non possiamo continuare a tamponare con soldi pubblici. Servono riforme strutturali e strumenti che diano stabilità”. E non è un caso che proprio sull’energia Orsini abbia ribadito la necessità di affrontare “il peso dei sovraccosti, che minaccia la competitività industriale italiana ed europea”.

Le sfide

Altro fronte cruciale, l’occupazione. Orsini ha sottolineato come “l’industria tenga ancora, ma fino a quando?”. Il Presidente degli industriali ha ricordato il contributo delle imprese al sistema Paese: “Oltre il 44% del valore aggiunto, il 30% del monte contributivo dell’Inps, previdenza integrativa e assistenza sanitaria per oltre il 60% dei dipendenti”. E ha acceso i riflettori sulla questione generazionale: “Stiamo perdendo troppi giovani. Vanno via perché qui non trovano quello che cercano. Ecco perché dobbiamo investire su retribuzioni e sicurezza sul lavoro”. Confindustria propone un obiettivo chiaro: crescita del Pil al 2% nel triennio 2025-2027, da consolidare nel tempo. Per raggiungerlo, serve puntare su “spesa pubblica produttiva”, infrastrutture, e politiche industriali che mettano le imprese nella condizione di “generare ricchezza per tutti”. Un modello che premi il lavoro, l’innovazione e la sostenibilità.
Meloni ha raccolto l’invito, rilanciando il messaggio ‘Make in Italy’: “Abbiamo davanti a noi sfide importanti, ma l’Italia ha tutto per affrontarle: una base industriale solida, creatività, qualità. Ora dobbiamo crederci”.

Italia attrattiva

Il Premier poi ha rivendicato i risultati ottenuti sul piano della credibilità internazionale: “Le agenzie di rating ci valutano positivamente. I conti pubblici sono sotto controllo. Abbiamo fatto scelte difficili, abbiamo detto no a spese insostenibili”. E i risultati, ha spiegato, cominciano a vedersi anche in termini di attrattività: “L’Italia sta tornando ad essere un mercato desiderato per gli investimenti. Il nostro Paese oggi è più stabile e più affidabile”.
Infine, un passaggio delicato sulla vicenda ex Ilva, simbolo delle difficoltà dell’industria pesante: “È una situazione complessa, ma ci siamo. Il governo farà la sua parte per garantire la produzione, i posti di lavoro e l’indotto. Ma serve il contributo di tutti”.

Opposizioni contrarie

Dure le reazioni di Giuseppe Conte e Matteo Renzi alle parole di Meloni. Il leader del M5S ha ironizzato sul messaggio del Premier agli industriali (“Pensate in grande”) definendola “regina delle televendite” e accusandola di offrire slogan vuoti senza soluzioni concrete. Conte ha puntato il dito contro il mancato intervento sugli extraprofitti energetici, l’aumento della pressione fiscale e i ritardi sul Pnrr, sostenendo che il governo sta solo aggravando la crisi industriale. Ha poi rivendicato la bontà della misura ‘transizione 4.0’, oggi recuperata dalla stessa Meloni, ma, a suo dire, “distrutta” dall’esecutivo attuale. Renzi ha criticato l’atteggiamento del Premier, accusandolo di comportarsi come se fosse all’opposizione pur essendo al governo da tre anni. Per il numero uno di Italia Viva, l’intervento di Meloni è stato privo di assunzione di responsabilità: “Elenca i problemi come se non fosse lei al comando”. Renzi ha inoltre elencato i punti critici dell’economia italiana (produzione industriale in calo, Industria 5.0 ferma, salari giù) lamentando il silenzio del governo su questi temi e accusando Confindustria di accondiscendenza.

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