lunedì, 26 Maggio, 2025
Attualità

Leone XIV: “Coraggio a chi costruisce la pace”

Il primo Regina Caeli dal Palazzo Apostolico, poi l’abbraccio a Roma: dal Campidoglio a San Giovanni in Laterano, il Papa si dice “romano con e per il popolo”

Un Papa che sin da sùbito ha mostrato il suo volto umano e la sua dedizione al dialogo e alla pace. Leone XIV ha affascinato sin da subito i cristiani con la sua semplicità e la sua presenza tra la gente, dal primo affaccio dal Palazzo Apostolico di ieri per il Regina Coeli fino alla stretta di mano al Sindaco sulla sommità del Campidoglio. Nell’assumere formalmente l’incarico di Vescovo di Roma ha scelto parole che andavano oltre il rituale, ispirate a essere ponte tra mondi divisi: “Preghiamo per chi si impegna a ricucire strappi e a trovare la pace”, ha detto su una piazza San Pietro gremita di fedeli. Un appello all’intero mondo, ma che è cominciato proprio dalla città a cui ha subito dimostrato attaccamento: “Oggi posso dire con fierezza che con voi e per voi sono romano”. Parole non di circostanza, ma sentite, come ha sottolineato ringraziando l’affetto ricevuto e chiedendo sostegno nella preghiera. Un inizio all’insegna della condivisione e della sincera ricerca del dialogo, per restituire speranza.
Un Pontefice che ancora una volta si è presentato con umiltà, camminando sulle punte dei piedi come uno tra gli uomini, portando con sé quel tono di modestia che fu tipico di San Giovanni XXIII e che oggi, in un mondo scosso da conflitti e diseguaglianze, sembra una necessità piuttosto che una scelta. Leone XIV ha riflettuto sulla fragilità dell’essere umano e sulla forza dello Spirito che lo guida: “Sebbene io sia debole, il Signore non si vergogna della mia natura umana, anzi viene ad abitare dentro di me”. Parole che hanno fatto eco al Vangelo secondo Giovanni al centro della liturgia domenicale: “Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”, ha ricordato il Santo Padre. “Questo amore ci illumina e plasma il nostro modo di pensare e le nostre decisioni”, ha aggiunto.

Al Campidoglio e a San Giovanni in Laterano

Nel pomeriggio Leone XIV ha raggiunto il Campidoglio. Ad accoglierlo il Sindaco Roberto Gualtieri, il quale ha sottolineato come “Roma è impegnata a curare i propri mali, a cominciare dalle periferie urbane e sociali”, auspicando una stretta collaborazione con il Pontefice. “Siamo felici che Roma sia ora la sua città”, ha detto Gualtieri. E Leone XIV ha risposto con semplicità e forza: “Con voi e per voi oggi sono romano”. Un’affermazione che va ben oltre l’omaggio simbolico: Leone XIV si è detto vicino ai più deboli e ha ribadito che “Roma, ineguagliabile per la ricchezza del proprio patrimonio storico e artistico, deve distinguersi anche per i valori di umanità e civiltà che traggono linfa vitale dal Vangelo”.
Il momento culminante della giornata di ieri è stato l’insediamento ufficiale a San Giovanni in Laterano, la Cattedrale del Papa in quanto Vescovo di Roma. Una cerimonia solenne, ma attraversata da un senso di legame che si rinnova costantemente. La ‘Cattedra del Vescovo di Roma’ rappresenta non solo una sede liturgica, ma anche un potente simbolo della presenza del Papa accanto ai romani, nella loro storia quotidiana e nelle loro sfide. “Essere segno e strumento dell’amore infinito di Dio”, ha detto Leone XIV nella sua omelia, è il compito primario del Vescovo di Roma. Ma significa anche ascoltare con attenzione, farsi portavoce di coloro che non hanno voce, e camminare insieme al popolo: “Camminiamo nella gioia della fede, per costruire insieme un tempio sacro dedicato al Signore”.

Un messaggio di speranza universale

Nel saluto successivo al Regina Coeli, il Papa ha mostrato ancora una volta la portata globale del suo pontificato. Ha ricordato la figura del nuovo beato Stanislao Kostka Streich, ucciso nel 1938 per il suo impegno pastorale tra i poveri e gli operai. Un martire “in odio alla fede”, come ha sottolineato Leone XIV, ma anche una figura che interroga la coscienza contemporanea su temi come la giustizia e la solidarietà. Non è mancato un pensiero per la Cina, in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa cattolica cinese, istituita da Papa Benedetto XVI: Preghiamo per i cattolici cinesi e per la loro unità con la Chiesa universale”.
Un’altra ricorrenza ha scandito la giornata: il decimo anniversario dell’enciclica ‘Laudato si’’, firmata da Papa Francesco nel 2015. Leone XIV ha sottolineato come il documento “ha insegnato a tutti ad ascoltare insieme il grido disperato della Terra e delle persone più vulnerabili” e ha incoraggiato il movimento che ne porta avanti i principi. Un chiaro segno di continuità con il predecessore e di impegno costante per un’ecologia integrale.
Nelle sue parole conclusive, Papa Francesco ha salutato gruppi di fedeli italiani e internazionali: pellegrini spagnoli da Valencia, polacchi diretti al Santuario di Piekary Śląskie, cresimandi e ragazzi in festa. Una presenza corale che racconta la Chiesa come popolo in cammino verso traguardi sempre nuovi. Ha ricordato anche “tutti i popoli che soffrono a causa della guerra e delle divisioni”, invocando il “coraggio e la perseveranza per quanti cercano sinceramente la pace con mezzi pacifici”. La giornata si è poi conclusa con una lunga preghiera nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove riposa il suo predecessore, Papa Francesco I.

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