In un mondo in cui l’accesso al cibo non è più un privilegio, ma un diritto teoricamente garantito, tre miliardi di persone (quasi il 40% della popolazione globale) non seguono un’alimentazione adeguata. Un dato allarmante che, più del consumo di sostanze stupefacenti, fumo, alcol e comportamenti sessuali a rischio messi insieme, incide pesantemente su malattie croniche e aspettativa di vita in salute. In altre parole: mangiare male oggi uccide più di qualsiasi altra cattiva abitudine.
A riportare al centro dell’agenda politica il tema dell’alimentazione come elemento chiave di salute pubblica è stata la XXII edizione del meeting nazionale ‘Città per la Salute’, organizzato dalla Rete Italiana Città Sane Oms, nella cornice del Monastero di Astino. L’evento ha riunito amministratori locali, esperti di urbanistica e salute pubblica, esponenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, associazioni e cittadini per discutere il ruolo delle città nella promozione del benessere collettivo.
“Le metropoli sono il campo di battaglia decisivo per il futuro della salute globale”, ha dichiarato Lamberto Bertolè, Presidente della Rete Italiana Città Sane Oms e assessore a Milano. “Qui si gioca la partita dell’equità, della prevenzione e della sostenibilità. È nei centri urbani che possiamo costruire politiche capaci di includere la salute in ogni decisione pubblica, dall’ambiente all’economia”.
Questo approccio, noto come “Health in All Policies”, mira a integrare il benessere fisico e mentale in ogni settore dell’amministrazione comunale. Alimentazione, mobilità sostenibile, spazi verdi, abitazioni dignitose: tutti elementi connessi che incidono direttamente sulla salute. Ma per farlo, secondo Bertolè, serve “più coraggio istituzionale”: fondi adeguati, regole chiare e continuità amministrativa sono condizioni essenziali affinché le città possano trasformarsi da osservatrici a protagoniste del cambiamento.
Alimentazione
Uno dei focus principali del congresso è stato proprio il ruolo strategico del cibo nella promozione di una società più sana e resiliente. Il paradosso italiano, un Paese con una delle diete più celebrate al mondo, la mediterranea, e’ che anche qui milioni di persone non mangiano in modo equilibrato, spesso per motivi economici o culturali.
La nutrizione è sempre più riconosciuta come il primo livello di prevenzione. Eppure, resta ai margini delle politiche urbane. L’obiettivo, per la Rete, è invertire questa tendenza e fare dell’alimentazione un asse portante delle strategie comunali, al pari del trasporto pubblico o della raccolta rifiuti. Una città che promuove mercati agricoli locali, mense scolastiche di qualità, campagne informative e accesso al cibo fresco è una città che investe nella salute pubblica.
Coordinato da Francesco Caroli, il programma del meeting ha abbracciato una vasta gamma di temi: dal cambiamento climatico al diritto all’abitare, dalla coesione sociale all’invecchiamento attivo. Centrale è stato il concetto di resilienza urbana, inteso come la capacità delle città di adattarsi e rispondere alle sfide sanitarie contemporanee, creando contesti in cui sia possibile vivere più a lungo e meglio.
Ampio spazio è stato dedicato alla prevenzione primaria, quella che si realizza prima che insorgano le patologie. In questo ambito, Comuni, Regioni e Stato possono fare molto, a patto che lavorino insieme. Le buone pratiche presentate durante il meeting dimostrano che esistono già numerosi modelli virtuosi, capaci di ispirare e replicare.
Vincono Udine e Alfianello
Uno dei momenti più attesi del meeting è stata la consegna del prestigioso Oscar della Salute, giunto alla sua 17esima edizione. Il premio, conferito al Comune di Udine, ha riconosciuto l’eccellenza del progetto ‘Oasi climatiche’, una rete capillare di spazi pubblici attrezzati (dalle aree verdi alle zone d’ombra, fino agli spazi di aggregazione )pensati per migliorare la qualità della vita soprattutto di bambini, anziani e categorie fragili. Un esempio concreto di come la pianificazione urbana possa dialogare con il benessere.
Ad aggiudicarsi l’Oscar Speciale per i Piccoli Comuni è stato invece Alfianello (Brescia) con l’iniziativa ‘Salute e benessere: valori della comunità’, che promuove l’equilibrio tra bioritmi, alimentazione e socialità in ambiente rurale.
Menzioni speciali sono andate a Cagliari, per il progetto Spazio Artès’ che supporta l’inclusione attiva di persone con disagio psichico; Bergamo, per un programma di promozione della longevità attiva rivolto agli over 65; Milano, per ‘Salute in Comune’, una serie di eventi itineranti nei quartieri per portare servizi sanitari e screening direttamente tra la popolazione.
“Premiare questi progetti è un gesto politico”, ha sottolineato Bertolè nel suo intervento conclusivo. “Significa riconoscere che le città, se supportate, sono in grado di innovare, includere e proteggere. In un’epoca in cui i sistemi sanitari nazionali mostrano segni di affaticamento, la risposta ai bisogni di salute può partire proprio dai territori”.