Nel 2024 la distruzione delle foreste tropicali ha raggiunto livelli senza precedenti, con la perdita di 6,7 milioni di ettari a causa degli incendi, un’area quasi equivalente a quella di Panamá. Questo dato, il più elevato dal 2002, sottolinea l’impatto devastante del cambiamento climatico, che ha reso gli incendi più intensi e difficili da controllare. Secondo il Global Forest Watch, per la prima volta gli incendi hanno superato l’agricoltura come principale causa di deforestazione, contribuendo a un’emissione di 3,1 miliardi di tonnellate di CO₂, più delle emissioni annuali del settore energetico indiano. Il fenomeno è stato aggravato dal riscaldamento globale e dal Niño, che hanno reso il 2024 l’anno più caldo mai registrato. Il Brasile è stato il paese più colpito, con 2,8 milioni di ettari di foresta persi, di cui due terzi a causa degli incendi, spesso appiccati per fare spazio a coltivazioni di soia e allevamenti di bestiame. Anche la Bolivia ha subito gravi perdite, con vasti incendi che hanno devastato la foresta amazzonica. La crisi non riguarda solo il Sud America: in Indonesia, Congo e Canada gli incendi hanno distrutto migliaia di chilometri quadrati di foresta, alimentando la preoccupazione globale. In particolare, il Canada ha registrato perdite record, con un’area carbonizzata cinque volte superiore a quella dell’anno precedente. Gli esperti avvertono che, senza interventi urgenti, la deforestazione potrebbe accelerare ulteriormente, compromettendo la capacità delle foreste di assorbire CO₂ e aggravando la crisi climatica. La comunità internazionale è chiamata a intensificare gli sforzi per proteggere questi ecosistemi vitali e fronteggiare la crescente minaccia degli incendi.