In un’impresa straordinaria, la Nasa è riuscita a riattivare i propulsori della sonda interstellare Voyager 1, inattivi dal 2004. Questo traguardo rappresenta un momento storico per l’esplorazione spaziale, dimostrando la sorprendente resilienza di una missione che, nonostante gli anni, continua a fornire preziosi dati scientifici. Lanciata nel 1977, Voyager 1 è attualmente l’oggetto costruito dall’uomo più distante dalla Terra, superando i 25 miliardi di chilometri dal nostro pianeta. La sonda ha attraversato i confini del Sistema Solare, inoltrandosi nello spazio interstellare, dove le condizioni estreme rendono ogni intervento tecnico una sfida senza precedenti. Il malfunzionamento dei propulsori era noto da tempo: dal 2004, il sistema di manovra era inattivo a causa di un guasto che impediva il corretto orientamento della sonda. Gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory (JPL) hanno lavorato per mesi, riuscendo infine a ripristinare i propulsori di riserva, inutilizzati per oltre vent’anni. La riattivazione dei propulsori è stata essenziale per mantenere l’orientamento preciso dell’antenna, permettendo a Voyager 1 di continuare a comunicare con la Terra. Senza questo intervento, la sonda avrebbe rischiato di perdere il contatto con i ricercatori, compromettendo la raccolta di dati scientifici fondamentali. Gli esperti evidenziano come questa operazione sia una testimonianza dell’eccellenza ingegneristica alla base della missione Voyager, che continua a superare ogni aspettativa nonostante la sua longevità. La Nasa ha già programmato ulteriori interventi per assicurare il funzionamento della sonda nei prossimi anni, mentre Voyager 1 prosegue il suo viaggio nell’ignoto, portando con sé il messaggio dell’umanità verso le stelle.
