Domenica 18 maggio, i cittadini polacchi saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, in un clima politico segnato da profonde divisioni e crescenti preoccupazioni per il futuro del Paese. Con il presidente uscente Andrzej Duda impossibilitato a ricandidarsi dopo due mandati, la corsa alla presidenza vede due candidati principali: Rafał Trzaskowski, sindaco di Varsavia e sostenuto dal premier Donald Tusk, e Karol Nawrocki, figura conservatrice vicina al partito Diritto e Giustizia (PiS).La Polonia si presenta a queste elezioni profondamente divisa tra un Ovest progressista e proeuropeo e un Est conservatore, più attento ai temi dell’immigrazione e della sovranità nazionale. Il risultato del voto potrebbe influenzare non solo la politica interna, ma anche il ruolo del Paese all’interno dell’Unione Europea, soprattutto in relazione alle tensioni con la Russia e al conflitto in Ucraina.
Il presidente polacco ricopre un ruolo chiave nel sistema politico, con il potere di veto sulle leggi approvate dal Parlamento, rendendo questa elezione particolarmente importante per il governo di Tusk, che punta su una vittoria di Trzaskowski per facilitare l’attuazione delle sue riforme. Tuttavia, i sondaggi indicano una competizione serrata, con la possibilità di un ballottaggio il 1° giugno, qualora nessun candidato raggiunga la maggioranza assoluta.
L’Europa osserva con attenzione il voto polacco, consapevole che il risultato potrebbe avere ripercussioni sulla stabilità politica del continente. Mentre il Paese si prepara a scegliere il suo nuovo leader, resta da vedere se il prossimo presidente riuscirà a unire una nazione sempre più divisa.
