“Due figure diverse, che hanno segnato la storia recente d’Italia, accomunate da un tragico destino.” Così il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto ricordare oggi, in un messaggio pubblicato su X, Aldo Moro e Peppino Impastato, entrambi uccisi il 9 maggio 1978 da due tra le più oscure minacce che hanno colpito il Paese: le Brigate Rosse e la mafia. Nel Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi, Meloni ha voluto sottolineare il significato profondo di questa doppia ricorrenza. “Aldo Moro, uomo delle Istituzioni, rapito e ucciso da chi voleva piegare lo Stato con la violenza e l’intolleranza ideologica. Peppino Impastato, assassinato per aver denunciato e sfidato a viso aperto e senza paura il potere mafioso”, ha scritto la premier, richiamando alla memoria due volti opposti e complementari dell’Italia degli anni di piombo.
Il 9 maggio 1978, infatti, è il giorno in cui l’Italia si svegliò sotto shock per la scoperta del cadavere di Moro in via Caetani, a Roma, dopo 55 giorni di prigionia nelle mani delle Brigate Rosse. Nello stesso giorno, a Cinisi, in Sicilia, il corpo martoriato del giovane attivista Peppino Impastato veniva rinvenuto lungo i binari della ferrovia, vittima della mafia che aveva osato sfidare pubblicamente.
Simboli caduti
“Due simboli caduti nel pieno di quegli anni di piombo – ha proseguito Meloni – che hanno segnato l’Italia con il sangue di troppi innocenti: servitori dello Stato, rappresentanti delle Istituzioni, cittadini, giovani di diverse idee politiche”. Il Premier ha quindi ribadito l’impegno del governo nella difesa dei valori fondanti della Repubblica: “Rinnoviamo il nostro impegno a difendere la libertà, la giustizia e la legalità. La loro eredità ci ricorda che l’Italia non si piega davanti a chi semina morte e paura”.
Chiudendo il messaggio, Meloni ha lanciato un appello alla memoria collettiva e alla responsabilità democratica: “Onoriamo il loro sacrificio, costruendo ogni giorno una Nazione più forte, unita e libera. No alla violenza politica, di qualsiasi colore, e all’oppressione mafiosa”.