Il primo ministro canadese, Mark Carney, ha incontrato, alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per un bilaterale che ha evidenziato le crescenti tensioni tra i due Paesi. Durante la conferenza stampa congiunta, Carney ha dichiarato con fermezza che il Canada “non è in vendita”, rispondendo alle allusioni di Trump su una possibile maggiore integrazione tra le due nazioni. L’incontro, definito “costruttivo” da entrambe le parti, ha affrontato temi cruciali come la sovranità canadese e le relazioni commerciali. Trump ha recentemente imposto dazi del 25% su acciaio, alluminio e componenti automobilistici provenienti dal Canada, sostenendo che gli Stati Uniti “sovvenzionano il Canada con 200 miliardi di dollari all’anno”. Carney ha condannato queste misure, definendole “ingiustificate”, e ha annunciato contromisure, con dazi canadesi su prodotti statunitensi per un valore di 20,9 miliardi di dollari. Oltre alle questioni economiche, Trump ha alimentato le polemiche proponendo provocatoriamente che il Canada diventi il 51° Stato americano, definendo l’eventuale unione “un matrimonio meraviglioso”. Carney ha risposto con determinazione, ribadendo che il Canada è uno Stato sovrano e che il suo governo non cederà a pressioni esterne. Nonostante le divergenze emerse durante l’incontro, i due leader hanno lasciato aperta la possibilità di negoziare un nuovo accordo commerciale. Carney ha suggerito che l’USMCA, l’intesa che regola i rapporti tra Messico, Canada e Stati Uniti, potrebbe essere rivista per garantire maggiore equità alle parti coinvolte. Con il prossimo vertice del G7 previsto per giugno in Alberta, ci sarà un’ulteriore occasione per affrontare le attuali tensioni e promuovere un dialogo costruttivo. Nel frattempo, il Canada si prepara a difendere con determinazione la propria sovranità e a rispondere alle sfide economiche poste dall’amministrazione Trump.