È iniziato il conto alla rovescia per l’elezione del successore di Papa Francesco. Il 3 maggio, in Vaticano, si è svolta la nona Congregazione Generale, un’assemblea dei cardinali convocata prima del Conclave per discutere lo stato della Chiesa e prepararsi spiritualmente e pastoralmente al voto. All’incontro hanno partecipato 177 cardinali, di cui 127 aventi diritto al voto. La sessione si è aperta alle 9 del mattino con un momento di preghiera comune, a testimonianza dello spirito di comunione che accompagna queste giornate cruciali per il futuro del cattolicesimo.
Durante l’assemblea sono stati sorteggiati due cardinali, Robert Francis Prevost e Marcello Semeraro, per assistere il camerlengo, la figura che guida temporaneamente la Chiesa in assenza del Papa, nella gestione degli affari ordinari. È stato confermato nel suo ruolo anche il cardinale Reinhard Marx, coordinatore del Consiglio per l’Economia.
Un confronto sul futuro della Chiesa
Nel corso della giornata sono intervenuti 26 cardinali. I temi affrontati sono stati molteplici ma legati da un filo comune: la volontà di garantire continuità al magistero di Papa Francesco, cioè al suo insegnamento e alla direzione che ha impresso alla Chiesa durante il suo pontificato. Più voci hanno sottolineato la necessità di “proseguire e custodire” questa linea, che ha messo al centro la misericordia, la sinodalità, cioè la partecipazione condivisa alle decisioni, e l’attenzione agli ultimi.
Si è discusso anche del ruolo delle Chiese locali, cioè delle singole diocesi nel mondo, della necessità di collaborazione tra di esse e del legame con la Curia romana, l’organismo centrale della Chiesa. Molti hanno insistito sull’importanza del dialogo, della pace e del valore dell’educazione come strumenti per affrontare le sfide contemporanee.
L’attesa per un Papa profetico
Diversi interventi hanno espresso il desiderio che il nuovo Papa abbia uno “spirito profetico”, ovvero la capacità di leggere i segni dei tempi e indicare con coraggio una direzione. È emersa una richiesta condivisa: un pontefice che sappia guidare una Chiesa non chiusa in sé stessa, ma capace di andare incontro all’umanità, offrendo speranza a un mondo spesso segnato da solitudine e conflitti. Il rischio più temuto è quello di un’autoreferenzialità che potrebbe far perdere alla Chiesa il suo ruolo nel mondo.
Il cardinale Gualtiero Bassetti ha dichiarato che il suo auspicio è vedere nella nuova guida una sintesi tra Benedetto XVI e Francesco: profondità teologica e spirito pastorale uniti in una sola figura. “Vorrei un Papa maestro e padre per un’umanità smarrita e ferita”, ha affermato.
Verso il Conclave del 7 maggio
Il momento decisivo si avvicina. Mercoledì 7 maggio, i cardinali elettori, ovvero coloro che hanno meno di 80 anni e quindi possono votare, entreranno in clausura nella Cappella Sistina per iniziare le votazioni. Clausura significa isolamento completo dal mondo esterno, per garantire che il discernimento avvenga senza influenze esterne. Prima dell’ingresso, sarà celebrata la Messa “Pro eligendo Romano Pontifice”, cioè per l’elezione del nuovo Papa.
I preparativi procedono spediti. Nella Cappella Sistina è stato installato il tradizionale comignolo da cui uscirà la fumata: nera se il voto non ha prodotto un risultato, bianca se è stato eletto il Papa. Anche la Domus Sanctae Marthae, la residenza vaticana che ospiterà i cardinali durante il Conclave, è pronta ad accoglierli. I lavori di sistemazione, infatti, termineranno entro il 6 maggio e l’ingresso è previsto tra martedì sera e mercoledì mattina.
Un clima di ascolto e confronto
Il clima, secondo quanto riportato da più cardinali, è sereno e aperto. “Non siamo ancora pronti, serve tempo”, ha detto il cardinale Jean-Paul Vesco, sottolineando come il processo di confronto sia ancora in corso. Domani invece, i cardinali si riuniranno due volte, al mattino e al pomeriggio, per approfondire ulteriormente i temi emersi. Fino ad ora si era tenuta una sola riunione al giorno, ma l’intensificazione del ritmo indica che ci si sta avvicinando a un momento di sintesi.
Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, secondo molti tra i papabili, ha confermato che il clima resta positivo: “Il dialogo è sempre buono, c’è ascolto reciproco”, ha dichiarato.