Il conflitto in Ucraina sembra oscillare tra l’intensificarsi degli scontri sul campo e le manovre diplomatiche che, almeno formalmente, tentano di avvicinarsi a un accordo. Mentre sul terreno si contano nuove vittime e danni ingenti, nelle stanze del potere a Washington, Bruxelles e Mosca si moltiplicano i segnali spesso ambigui di una possibile svolta negoziale. Secondo indiscrezioni pubblicate da Bloomberg, l’amministrazione Trump ha elaborato un ventaglio di opzioni per aumentare la pressione economica sulla Russia. Le misure, ancora allo studio del Presidente, includono ulteriori restrizioni sull’export energetico e un possibile inasprimento delle sanzioni legate al petrolio. Trump, che non ha ancora preso decisioni definitive, attende l’evoluzione dei colloqui diplomatici. Tuttavia, le richieste di Kiev e degli alleati occidentali sono chiare: serve un salto di qualità nella pressione su Mosca per forzarla a una tregua. Nel frattempo, è arrivata la prima autorizzazione formale alla vendita diretta di armi all’Ucraina: si tratta di un pacchetto da 50 milioni di dollari, notificato al Congresso mercoledì scorso. Si tratta del primo via libera di questo tipo da parte dell’attuale amministrazione, che solo poche settimane fa aveva bloccato tutti gli aiuti militari.
Putin punta al consolidamento
Intanto una valutazione dell’intelligence americana riportata dalla CNN suggerisce che Vladimir Putin starebbe modificando gli obiettivi immediati della guerra, passando dalla conquista totale dell’Ucraina al consolidamento delle posizioni già occupate e al rilancio dell’economia interna. Una mossa che, secondo Washington, potrebbe anche celare una strategia attendista più lunga. Da Kiev, tuttavia, arriva una secca smentita dell’idea che Mosca stia abbassando i toni. Il premier Shmyhal ha parlato questa mattina al Parlamento, definendo le recenti proposte di tregua per Pasqua e per il 9 maggio come “una nuova tattica ibrida di manipolazione” del Cremlino. “Queste finte tregue sono uno schiaffo agli sforzi di pace internazionali. La Russia deve accettare un cessate il fuoco completo, senza condizioni, su terra, mare e aria. Solo allora potranno iniziare negoziati credibili”, ha dichiarato. Ma in questo quadro un’analisi pubblicata ieri da Forbes ha evidenziato l’assurdità della strategia d’attrito in atto. Citando dati ufficiali ucraini e studi del centro polacco Rochan Consulting, la testata americana sottolinea come ad aprile le forze russe abbiano guadagnato solo 68 miglia quadrate di territorio, al costo di 4.800 veicoli e 36.600 tra morti e feriti. Ai ritmi attuali, per conquistare tutta l’Ucraina servirebbero oltre due secoli e circa 101 milioni di vittime. Una cifra pari a circa il 70% della popolazione russa.
Accordo sui minerali
Intanto si hanno le prime notizie sulla forma che prenderà l’accordo sulle terre rare che Usa e Ucraina hanno firmato il 1 maggio. Il fondo, destinato a essere registrato negli Stati Uniti ma gestito operativamente in Ucraina, mira a sfruttare le ricchezze minerarie del territorio, incluso l’elenco di materiali critici dettagliato in un allegato dell’accordo. Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha sottolineato la natura strategica dell’intesa, definendola “a durata indefinita” e fondamentale per l’attrazione di investimenti diretti esteri. Ma intanto il conflitto torna a farsi sentire con forza. Un attacco di droni ucraini nella città occupata di Oleshky, nella regione di Kherson, ha provocato sette morti e oltre venti feriti. Poche ore dopo, un raid russo su Odessa ha colpito una scuola, un supermercato e alcuni edifici residenziali, uccidendo due persone e ferendone quindici.
Raid su Zaporizhzhia e Crimea
Nella notte tra giovedì e venerdì, l’Ucraina è stata teatro di una delle più vaste ondate di droni dall’inizio del conflitto. Secondo Kiev, la Russia avrebbe lanciato 150 droni, 64 dei quali sarebbero stati distrutti dalle difese ucraine. Il ministero della Difesa russo, da parte sua, ha parlato di 121 droni ucraini abbattuti, soprattutto in Crimea e sul Mar Nero. In parallelo, Zaporizhzhia è stata colpita da pesanti bombardamenti che hanno provocato 29 feriti, tra cui un ragazzo di 13 anni. Danneggiati anche edifici universitari e impianti ferroviari. Altri due feriti sono stati registrati nella regione di Dnipropetrovsk. Intanto, il Cremlino conferma di voler creare una “striscia di sicurezza” nella regione ucraina di Sumy, lungo il confine con la russa Kursk, da cui sostiene di aver recentemente espulso le truppe ucraine.
La Nato verso il 5% per armamenti
Intanto, sul fronte della difesa occidentale, il nuovo segretario generale della Nato Mark Rutte ha proposto ai Paesi membri di alzare la spesa complessiva al 5% del PIL, includendo però anche un 1,5% di spese per la sicurezza civile, oltre al classico 3,5% militare. Una formula che potrebbe soddisfare la richiesta del presidente Trump – che al prossimo vertice dell’Aia vorrebbe sventolare un risultato tangibile – senza costringere gli alleati europei ad accollarsi costi insostenibili. Al momento, solo 22 dei 32 Paesi Nato rispettano il tetto minimo del 2%.