Attenzione al costo degli energetici, una loro ulteriore escalation rischia di mettere in ginocchio l’economia delle imprese e delle famiglie. “Se le rilevazioni anticipate del Pil confermano un andamento in linea con le previsioni del Governo, sul fronte dell’inflazione permangono invece delle criticità”, spiega la Confesercenti, “ad aprile, l’indice dei prezzi ha registrato un nuovo aumento, trainato soprattutto dal rialzo degli energetici regolamentati e dal balzo dell’inflazione di fondo, salita al 2,1% rispetto all’1,7% di marzo”.
Rischio aumenti energetici
L’analisi della Confesercenti parte dalle stime preliminari Istat sul Prodotto interno lordo e l’inflazione, parametri che vanno tenuti sotto osservazione. “Il quadro, pur non ancora allarmante”, fa presente la Confesercenti, “dal punto di vista della dinamica, richiede attenzione: l’’incorporazione nei prezzi di aumenti significativi — pari a circa il +70% per gli energetici e il +20% per gli alimentari rispetto al 2021 — non è priva di conseguenze per consumatori e imprese”.
La rincorsa dei prezzi
“Complessivamente, da oltre un anno, l’inflazione italiana ha concluso la fase di discesa, mantenendosi su livelli in linea con la media dell’area euro”, fa presente la Confederazione, “Tuttavia, il processo di rientro si è interrotto da alcuni mesi, a seguito della ripresa dei prezzi degli energetici, sia per le utenze domestiche che per i carburanti”. “In entrambi i casi, i prezzi si sono stabilizzati su livelli sensibilmente più alti”, evidenza la Confesercenti, “rispetto a quelli precedenti la crisi in Ucraina, con effetti a catena anche sul costo di molti beni inclusi nel cosiddetto “carrello della spesa”.
Costi e variabili da controllare
L’appello della Confesercenti è quello di monitorare con attenzione e continuità l’evoluzione dell’inflazione, anche perché i rincari si inseriscono in un contesto globale reso più incerto dalla svolta protezionistica degli Stati Uniti. “Se da un lato la ‘pausa’ delle politiche tariffarie introdotte dalla Presidenza Trump ha evitato effetti diretti sull’inflazione del mese in corso — sebbene non si possa escludere un impatto indiretto, in anticipazione delle tariffe, sul carrello della spesa, alimentato anche dalla spinta dell’energia —, la questione dei dazi resta una variabile potenzialmente decisiva”, osserva ancora la Confederazione, “Potrebbe infatti modificare radicalmente le previsioni attuali, incidendo sulla manifattura, sui costi di produzione e sulla fiducia di famiglie e imprese. Una variabile che potrebbe riflettersi anche sull’andamento del Pil nel trimestre in corso. In questo scenario”, conclude la Confesercenti, “sarà fondamentale evitare nuove accelerazioni dei prezzi, che rischierebbero di erodere ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie”.