martedì, 29 Aprile, 2025
Spettacoli

Torna Romaeuropa Festival con 700 artisti da tutto il mondo

Nella sua quarantesima edizione la kermesse ha in programma, a partire dal 4 settembre al 16 novembre, oltre due mesi di programmazione per un’utopia diventata realtà: promuovere l’arte e l‘immaginazione per creare bellezza e costruire valori. Tra i grandi attesi Bollani, Baricco, Anne Teresa De Keersmaeker e John Adams

Se c’è un Festival capace di rivolgersi a tutti questo è il Romaeuropa, la più grande kermesse internazionale dedicata alla musica, al teatro, alla danza, alle performance e alle contaminazioni artistiche. La sua non è solo una formula di successo, ma è più propriamente la messa in opera del ruolo primario dell’arte, per costruire bellezza in tempi sempre più aggrediti da immagini e fenomeni orrifici.

 

Perché oggi è ancor più importante custodire la bellezza

Nel nostro quotidiano, grazie a tutti i supporti mediatici a disposizione, ogni distanza è stata annullata attraverso un click eppure questa possibilità non sta offrendo un reale avvicinamento alle altrui tragedie, ma anzi sta stimolando un processo di assuefazione e normalizzazione dell’orrore ad altissima pericolosità psicologica e sociale. A questo si può rispondere solo in un modo, coltivando la bellezza, ripulendo la nostra memoria visiva e rieducandola con immagini edificanti, armoniche, che invitano alla crescita e non alla distruzione. Un ruolo primario, in termini educativi e culturali, è ricoperto dall’arte, ancor di più nei nostri giorni, in cui vediamo continue stragi di innocenti in ogni parte del mondo.

 

Come l’arte può farsi strumento di cambiamento

Questo Festival trasporta per sua natura in una dimensione interculturale in cui l’altro è, sia in termini anagrafici che geografici, visto non solo come valore, ma come coautore di un processo artistico, in cui “ho bisogno di te per costruire qualcosa che sia più grande del mio orizzonte personale”, verso una vera cultura di pace. In questo modo lo spettatore non è mai fruitore passivo, ma parte di un processo che può portare a un cambiamento e che pone, certamente, delle domande sui nostri tempi.

La kermesse è nata nel 1986 su impulso di Jean-Marie Drot, allora direttore dell’Accademia di Francia e di Monique Veaute, che ne ha curato l’architettura artistica, assieme al sostegno di Giovanni Pieraccini che ne è stato a lungo Presidente, dando vita a una realtà capace di sostenere parimenti tradizione e innovazione, equilibrio ineludibile di ogni grande arte. “Il risultato è dato dal lavoro di una squadra composta da molti giovani – afferma il Presidente della Fondazione Romaeuropa, Guido Fabiani – che affiancano coloro che hanno vissuto gli esordi del Festival. L’incontro con Elisabeth Wolken, allora direttrice di Villa Massimo e con le Accademie e gli Istituti Culturali europei a Roma, permise un ulteriore sviluppo artistico e istituzionale. Questo spirito di dialogo, confronto e cooperazione continua a guidare la nostra attività, nella speranza che l’àncora della cultura aiuti ad affrontare i grandi cambiamenti che stanno configurando il futuro del mondo attuale”.

 

“Con la quarantesima edizione del Romaeuropa Festival – prosegue il Direttore Generale e Artistico Fabrizio Grifasi – esploriamo il potere dell’immaginazione come forza di cambiamento, mettendo in dialogo le visioni artistiche con le sfide concrete del presente, tornando a costruire uno spazio di confronto in cui convivono i grandi protagonisti della musica, della danza e del teatro e le nuove generazioni di artisti che esplorano i confini della creazione, il patrimonio del Novecento, la storia del Festival stesso e gli orizzonti futuri».

Alcuni big in programma

Tra grandi ritorni e nuove proposte il Festival costruisce i suoi percorsi mettendo a confronto generazioni e linguaggi: dalle prestigiose compagnie europee come il Ballet Nacional de España con Marcos Morau, la Dresden Frankfurt Dance Company con William Forsythe e Ioannis Mandafounis e il Ballet National de Marseille, alle icone internazionali della musica, della danza e della narrazione come Laurie Anderson, Stefano Bollani, Alessandro Baricco Kruder & Dorfmeister, Ryoji Ikeda o Blixa Bargeld con la compagnia danese Hotel Pro Forma; dai cine-concerti dedicati al film cult Whiplash di Damien Chazelle (al suo decimo anniversario) e La Haine (L’odio) di Mathieu Kassovitz musicato da Asian Dub Foundation (per i suoi trent’anni), agli omaggi per i 100 anni di Luciano Berio e al minimalismo americano con John Adams (presentato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia) o Christian Marclay e Christophe Chassol in dialogo con le musiche di Steve Reich.

E poi i rappresentanti della scena internazionale come (LA)HORDE, Anne Teresa De Keersmaeker con Rabih Mrouè, Akram Khan con Manal AlDowayan, i taiwanesi U-Theatre, Christos Papadopoulos, Israel Galvan con Mohamed El Khatib, BERLIN, Milo Rau, Lia Rodrigues, Caroline Guiela Nguyen, Louise Lecavalier e quelli della scena nazionale come Fanny & Alexander, Fabiana Iacozzilli, Gabriele Paolocà con Claudia Marsicano, Muta Imago, Ginevra Panzetti con Enrico Ticconi, KOR’SIA, Federica Rosellini e Motus e tutte le attività del nuovo progetto ULTRA REF che, tra creatività emergente e nuovi formati, rafforza, al Mattatoio di Testaccio, la propensione del Festival all’innovazione, alla collaborazione, al futuro.

 

Questo percorso è reso possibile grazie al contributo del Ministero della Cultura, della Regione Lazio, di Roma Capitale, della Camera di Commercio di Roma e, da quest’anno, della Fondazione Roma, cui si affiancano le reti costruite con alcune tra le più prestigiose realtà nazionali e internazionali a partire dalla esclusiva partnership con il programma Dance Reflections by Van Cleef & Arpels, volto alla promozione della danza contemporanea.

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